Pfizer sconfessa l’Italia: “Richiamo dopo 21 giorni”. Ma il governo va avanti

L’azienda contro l’allungamento dei tempi disposto dal ministero: “Non ci sono dati sugli effetti”. Il pressing di Figliuolo per dare AstraZeneca anche ai 50enni. E le Regioni varano gli Open day.
ROMA – I dubbi sui tempi di Pfizer, i dilemmi sull’età di AstraZeneca. Due nodi attorno a cui in queste ore sono ruotate rimodulazioni, pressioni e precisazioni del piano nazionale sui vaccini e della campagna delle singole Regioni.
Ieri, a sei giorni dalla circolare del ministero della Salute che indicava di spostare la seconda dose di Pfizer 42 giorni dopo la prima, dalla casa farmaceutica americana è arrivata la gelata: “Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Come Pfizer dico di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici” sottolineava il direttore medico di Pfizer Italia, Valentina Marino.
L’alert ha rischiato di mandare in tilt i piani delle Regioni che avevano appena annunciato lo slittamento dell’iniezione ai prenotati. Un’ulteriore giravolta sarebbe stata difficile da gestire. E infatti l’intenzione del governo è di andare avanti, bypassando le precisazioni di Pfizer e basandosi su due osservazioni contenute in uno studio sul tavolo dell’esecutivo: “Pfizer ha testato il farmaco con un intervallo tra 19 e 42 giorni tra le due dosi e ha chiesto e ottenuto anche su questi dati l’approvazione da parte dell’Ema”. E poi c’è la convinzione che a livello sanitario sia “ragionevole accelerare al massimo la somministrazione della prima dose a quanta più gente possibile per proteggerla in vista delle riaperture”.
Anche Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, rassicura: “Non bisogna spaventare le persone. In base agli studi effettuati da noi, ma anche in Israele e in Inghilterra, la prima dose di Pfizer è efficace per oltre l’80 per cento dunque non cambia spostarla di 10 giorni, tranne che nei soggetti più fragili, ad esempio gli oncologici, per cui vanno mantenute le tre settimane di intervallo”.
La nuova strategia serviva proprio a questo: estendere la platea dei vaccinati seppur con una sola dose e garantire, al tempo stesso i richiami in attesa dell’arrivo delle nuove dosi. Più di 2 milioni sui 3 attesi questa settimana sono targati Pfizer. D’altronde il siero americano va per la maggiore e non ha limiti d’età come accade invece per AstraZeneca. L’altro intoppo della campagna vaccinale.
È sul siero di Oxford che la struttura commissariale per l’emergenza Covid guidata dal generale Francesco Figliuolo sta facendo pressioni sul ministero della Salute perché dia il via libera anche agli under 50, proprio ora che le Regioni tutte hanno avuto l’autorizzazione a partire con le somministrazioni per la fascia di età tra i 50 e i 59 anni. La valutazione dell’Agenzia italiana del farmaco non cambia: “Sulla base dei casi osservati, abbiamo detto che il rapporto benefici/rischi per tale vaccino è progressivamente sempre più favorevole al crescere dell’età” ribadisce la presidente della Cts dell’Aifa, Patrizia Popoli. Resta la circolare del ministero che ne raccomanda l’uso preferenziale negli over 60.
Nei frigoriferi però ci sono centinaia di migliaia di vaccini, soprattutto al Sud. E così sono scattati anche, per la prima volta, i prestiti tra Regioni: la Sicilia – che ha il picco di rinunce per via di quei primi morti di trombosi che innescarono la psicosi – ha regalato 50 mila dosi alla Puglia che non soffre invece della disaffezione e corre. Al pari della Lombardia dove le riserve, anche di AstraZeneca, si assottigliano. Per smaltire le dosi in eccesso rimaste inutilizzate, mentre quelle di Pfizer sono già finite, nel Lazio dal 17 maggio i quarantenni potranno farsi iniettare il farmaco dal proprio medico di famiglia, ma già nel weekend, sull’esempio della Basilicata, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e il governatore Nicola Zingaretti hanno organizzato un “AstraZeneca open day” dedicato agli over 40 (i nati dall’81 in giù). Lo stesso ha fatto, con successo, la Campania: 7 mila dosi in 34 ore. In fila pure i giovanissimi, diciottenni, ventitreenni, trentenni, tutti in coda davanti agli hub di Caserta: “Noi non abbiamo paura, vogliamo solo andare in vacanza”.
Fonte: La Repubblica.it

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