
Perché i giovani di mezzo mondo sono tutti pazzi per le bambole Labubu
Dopo avervi raccontato il nonsense degli Italian brainrot, torniamo a parlare di un altro trend del momento, anch’esso favorito – anche se l’idea, al contrario del brainrot, non nasce sul social cinese, il quale ha solamente contribuito alla diffusione – da quell’inesauribile fucina del “fantastico” che risponde al nome di TikTok: parliamo delle ormai celeberrime...
Dopo avervi raccontato il nonsense degli Italian brainrot, torniamo a parlare di un altro trend del momento, anch’esso favorito – anche se l’idea, al contrario del brainrot, non nasce sul social cinese, il quale ha solamente contribuito alla diffusione – da quell’inesauribile fucina del “fantastico” che risponde al nome di TikTok: parliamo delle ormai celeberrime bambole Labubu, i peluche da collezione diventati cult, un fenomeno che trascende la semplice categoria del giocattolo per configurarsi come autentico marcatore culturale.
Il creatore Kasing Lung @prestigeonline.com
Le bambole Labubu sono creature dall’estetica ambivalente, nate dalla matita dell’illustratore belga-hongkonghese Kasing Lung, che incarnano le contraddizioni e le aspirazioni di una generazione che ricerca nell’oggetto fisico una forma di espressione identitaria all’interno di un contesto sempre più digitale.
L’anatomia di un fenomeno globale
La genesi di Labubu risale al 2015, quando Kasing Lung introduce il personaggio all’interno della serie narrativa “The Monsters”, ispirata alla mitologia nordica.
La creatura è caratterizzata da un pelo selvaggio, denti aguzzi e una morfologia ibrida tra elfo e coniglio, con un’estetica “brutto-carina” – una categoria che sfida i canoni tradizionali del
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