
Penjing: l’arte cinese che trasforma la natura in un racconto in miniatura (e che non è un bonsai)
Abbiamo visto tutti almeno una volta un bonsai in un negozio, in un ristorante o sul davanzale di qualche appassionato. E quasi tutti abbiamo pensato: “Che bello, un albero in miniatura!”. In realtà, quello è solo la punta dell’iceberg di una tradizione ancora più vasta, antica e poetica, che nasce in Cina e si chiama...
Abbiamo visto tutti almeno una volta un bonsai in un negozio, in un ristorante o sul davanzale di qualche appassionato. E quasi tutti abbiamo pensato: “Che bello, un albero in miniatura!”. In realtà, quello è solo la punta dell’iceberg di una tradizione ancora più vasta, antica e poetica, che nasce in Cina e si chiama Penjing.
È l’arte di ricreare paesaggi naturali in forma ridotta, dentro un vaso basso o un vassoio, usando piante vere, rocce, acqua e, talvolta, piccoli elementi narrativi come case, ponti o figurine. Non è un esercizio di giardinaggio. È una visione sulla natura, sulla vita e sul tempo. È una forma di meditazione concreta, dove la bellezza non è mai fine a sé stessa. Vale la pena conoscerla a fondo, perché racconta un modo diverso di guardare ciò che ci circonda.
Il Penjing, chiamato anche penzai, significa letteralmente “paesaggio in vaso”, ed è considerato una forma d’arte vivente. Gli artisti non lavorano con pennelli e colori, ma con strumenti per potare, fili metallici, muschi, pietre e soprattutto tanta pazienza. Ogni elemento scelto ha un senso.
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