Orfani di femminicidio: l’aiuto che non c’è

In Italia sono oltre duemila i bambini e le bambine rimasti soli perché la loro mamma è stata uccisa. E il sostegno per gli orfani delle vittime di femminicidio, traumatizzati per sempre, è ancora troppo poco

Questo articolo è pubblicato sul numero 48 di Vanity Fair in edicola fino al 29 novembre 2022

«L’ha avvicinata con la macchina e le ha scaricato la pistola addosso». Carmine Ammirati ha 25 anni e com’è stata uccisa sua madre Enza Avino lo dice tutto in una volta. Prende fiato prima di iniziare la frase, poi mette le parole una dietro l’altra e, sette anni dopo quel maledetto giorno, è come se le grida che gli hanno portato via sua madre per sempre fossero ancora lì, a pochi passi da lui. «Abitavamo dai nonni, lei era scesa per andare in farmacia a comprare dei medicinali. Prima si era fermata dai carabinieri per denunciare quell’individuo come aveva già fatto altre venti volte in un mese. Poco dopo si è fermata in farmacia e lui è arrivato. Ho sentito delle urla provenire dalla strada perché casa nostra era poco distante e ho subito capito che era successo qualcosa di grave». 

Carmine aveva 17 anni e una mamma che per lui era tutto: confidente, migliore amica, complice, sorella. A ucciderla è stato il suo ex


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