No, la storia della ‘bidella pendolare’ non è un esempio per nessuno

Nella vicenda (o leggenda? Vedremo) della bidella sul Freccia c'è tutto: la provinciale glorificazione del "posto fisso", la tendenza a mortificare il proprio bioritmo sull'altare di poche centinaia di euro e la normalizzazione di un presente all'insegna della povertà. Altro che "esempio", è un incubo The post No, la storia della ‘bidella pendolare’ non è un esempio per nessuno first appeared on Rolling Stone Italia.

Neanche il tempo di riprendersi dall’epopea lynchiana del rider disposto a pedalare (con grande soddisfazione) per cinquanta chilometri pur di consegnare un panino che, come per magia, ci ritroviamo immersi in un’altra storia di ordinaria miseria.

Ci riferiamo, ovviamente, all’ormai celebre caso della “bidella pendolare”, rilanciata senza soluzione di continuità da diversi quotidiani. La storia, ormai, la conosciamo: Giuseppina Giuliano, 29 anni, operatrice scolastica, viaggia ogni giorno in treno da Napoli a Milano pur di difendere con le unghie e con i denti il suo posto di lavoro. Finito il turno, la “bidella pendolare” si rimette in viaggio sul treno delle 18.20 per tornare nella sua casa di Napoli.

Una routine che ha lasciato basiti molti ma che la donna, entrata di ruolo a settembre, spiega come una scelta razionale fatta per risparmiare. «Ho provato a cercare una casa che non costasse troppo, considerando che il mio stipendio mensile è di 1.165 euro», ha raccontato al Giorno, «ma mi sono resa conto che ormai a Milano è più facile trovare un ago in un pagliaio». A Napoli la 29enne vive con i


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