Ninetto Davoli e l’ultima frase di Pasolini: «Ninè, non ho il coraggio di guardare in faccia la gente»
Le pareti sono tappezzate ovunque da foto di personaggi del cinema, italiano e internazionale, ma c’è chi tra loro si è meritato un posto di rilievo con numerose immagini che lo ritraggono unite a collage proprio all’ingresso. È lui a fare gli onori di casa a chi entra e dare l’arrivederci a chi esce, sempre insieme all’artista che lo ha scoperto giovanissimo e con il quale instaurò un sodalizio lungo 12 anni e che generò nove film, uno più bello e significativo dell’altro. E se anche voi doveste capitare da Meo Pinelli, storico ristorante e american bar nel cuore di Cinecittà, provate a guardavi intorno e potreste scorgere i sui inconfondibili ricci, che oggi porta in testa come una nuvoletta bianca, e quel sorriso contagioso rimasto intatto negli anni. Magari proprio mentre si intrattiene al tavolo con qualche cliente, come capitato a me, e intanto che chiacchiera allunga una crosta di pane nel sugo del loro piatto, come usava una volta quando «se avevi una minestra la dividevi in tre». Ninetto Davoli, 74 anni, è rimasto quello di sempre, che
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