«Mondrian? È un mago!»

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di Paolo Morelli

Raul Cremona racconta «Composizione A» del grande olandese

Per me l’arte contemporanea è un grande dilemma». Scherza Raul Cremona, al quale è stato affidato il compito di presentare «Composizione A», prima opera neoplastica del pittore olandese Piet Mondrian, conservata alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. È un’operazione che ha subito riportato Cremona al suo mondo, quello della magia. L’illusionista milanese, per la serie video Art Is Open di Igt, si è confrontato con quest’opera per tirarne fuori gli aspetti più inconsueti, più divertenti e anche più evocativi. È un modo per parlare al pubblico e incuriosirlo in maniera divertente.

Raul Cremona, cosa hanno in comune pittura e magia?

«Il prestigiatore e il pittore attingono a una sorta di intuizione legata alla fantasia che si trasforma in un atto di verità. È una simulazione che spinge ad andare oltre. Se guardiamo il quadro di Mondrian, nelle intersezioni fra le linee appaiono dei puntini bianchi che rimandano a quegli scherzi dilettevoli in voga nelle case magiche a inizio ’800. La magia però non vuole essere compresa, nella magia l’oggetto sparisce».

Mondrian è magico?

«C’è una grande parentela con la magia. A volte ciò che consideriamo banale si rivela più intelligente degli altri. Mondrian è stato imitato e spesso sottovalutato, ma la scelta dei colori è pensata e costituisce una base. A me interessa creare il dubbio. Qui c’è un desiderio di stupore, del pittore che va controcorrente. Mi ricorda molto il percorso che fa il prestigiatore nella sua visione più basica, fino a diventare, con il tempo, una sorta di antimago. Fa delle gag, ma per comprenderle devi avere una conoscenza di fondo».

Come lo descrive?

«Nel filmato che ho realizzato metto insieme in rima baciata il senso dell’arte di Mondrian. Ricordate quando da giovane dipingeva paesaggi, case, ambienti agresti? Ecco, di quello è rimasta solo una piccola intuizione».

Cosa ha pensato quando l’ha visto per la prima volta?

«In maniera molto milanese: cosa vuol dire questo quadro? In realtà ti dici “non può essere così semplice”, e in effetti c’è uno studio. Il pittore riesce a farti vedere la realtà per come è composta, i colori che compongono la luce. Se entri nell’arte di Mondrian scopri che ti sta offrendo un’altra maniera per interpretare ciò che vedi. E chi meglio dell’illusionista può farti capire che l’impossibile diventa possibile? Pensandoci, poi, tante intuizioni di un prestigiatore sono diventate arte. Pensiamo a Méliès. È partito da una semplice intuizione: riuscire a fare le transizioni sulla pellicola. Il suo pensiero ha offerto un’alternativa».

Cosa direbbe a chi osserva un quadro di Mondrian?

«Non fermiamoci a pensare alle cose per come appaiono. Mondrian ci invita ad andare dentro, per capire che nella banalità di tutti i giorni noi giudichiamo quello che non riusciamo a capire. Io, ad esempio, nel filmato faccio comparire delle carte da gioco con i colori del quadro. Alla fine dico: questa fu arte o magia? Entro come un mago dentro questo quadro, arrivo camminando lentamente sotto la statua di Canova e invito il pubblico a riflettere in maniera nuova per accostarsi all’arte. E poi, alla fine, scompaio. È il Mago Mondrian».

«Mondrian? È un mago!»

Fonte: https://www.corriere.it/cronache/22_giugno_14/mondrian-mago-5d5b17a6-eb41-11ec-b89b-6b199698064a.shtml

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