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Meloni a testa in giù: a Bologna l’estrema sinistra e la vicensindaco vicina a Elly Schlein non votano la solidarietà

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Proprio ieri, da queste pagine, si poneva il problema del rapporto tra Pd e Sinistra radicale, quell’insano connubio che vede il partito che spesso sproloquia di legalità e si vanta di un’inesistente superiorità morale rispetto agli altri attori della politica tutelare, proteggere e spesso promuovere e finanziare direttamente e indirettamente frange […]
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Proprio ieri, da queste pagine, si poneva il problema del rapporto tra Pd e Sinistra radicale, quell’insano connubio che vede il partito che spesso sproloquia di legalità e si vanta di un’inesistente superiorità morale rispetto agli altri attori della politica tutelare, proteggere e spesso promuovere e finanziare direttamente e indirettamente frange violente o dedite a pratiche illegali in politica e non solo in politica.

E proprio ieri, dall’aula di Palazzo d’Accursio, è arrivata una risposta più che esaustiva: il Pd di Bologna non ci pensa minimamente a scindere i propri destini politici ed elettorali da quelli della sinistra estrema. Anzi, della sinistra violenta. In discussione e votazione, tra gli altri ordini del giorno, i documenti di solidarietà a Giorgia Meloni, premier oggetto di vergognose proteste culminate con l’impiccagione di un feticcio con le sue fattezze sulla Torre Asinelli, ovviamente a testa in giù.

Episodio di cui hanno parlato tutti i giornali e le televisioni e per il quale lo stesso sindaco, Matteo Lepore, si era profuso in scuse umiliate e (per lui) umilianti, nonché nell’invito al presidente del Consiglio dei ministri a venire quanto prima in città. Spente le luci dei media e passato il clamore mediatico, però, la sinistra è tornata a manifestarsi per quello che è e, appunto, quando si è trattato di mettere nero su bianco il proprio dissenso e la propria distanza dai gruppi della sinistra radicale e violenta della città, ecco che i tre consiglieri di Coalizione civica, hanno deciso non solo di non partecipare al voto, ma di sottolineare alla segreteria del consiglio e alla stampa questo loro atteggiamento.

Lontano da piazza Maggiore, la sigla potrebbe indurre a qualche equivoco: Coalizione civica ha una definizione rassicurante, ma raccoglie consensi


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