Magaldi: liberi tutti, oppure avremo 10 anni di lockdown

«Chi oggi vorrebbe l’ennesimo lockdown, che è una falsa soluzione, usa il pretesto del Covid per assestare l’ultimo colpo alla nostra libertà: è l’ennesima battaglia, nella lunga guerra scatenata contro la democrazia dagli anni ‘60, a partire dagli omicidi dei Kennedy e di Martin Luther King».
Gioele Magaldi, autore del saggio “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt, è allarmato dalla possibile, nuova stretta anti-Covid. «Il lockdown è una falsa soluzione, ora lo dicono anche gli scienziati, in studi come quelli appena pubblicati sulla rivista “Science”». Un avvertimento che, tanto per cambiare, è stato sottovalutato dai media: «Oltre a non poter estinguere il virus – sottolinea Magaldi – il distanziamento è deleterio: impedisce infatti al nostro organismo di sviluppare i necessari anticorpi». La soluzione? «Semplice: fare esattamente il contrario di quanto si è fatto finora. E cioè: contagiarci tutti, dopo aver messo in sicurezza (isolandoli o vaccinandoli) i soggetti fragili, malati e anziani. Solo così si raggiunge l’immunità di gregge, cioè la soluzione definitiva al problema».
Magaldi non nasconde di essere preoccupato: «La maggioranza è fatta di persone tuttora inconsapevoli, manipolate e spaventate: troppi italiani non hanno ancora capito che non si tratta affatto di affrontare solo un ultimo sacrificio, ancora per qualche settimana. Se infatti il paradigma del distanziamento non viene cestinato, una volta per tutte, prepariamoci pure ad affrontare 10 anni di lockdown periodici». Spiega il leader “rooseveltiano”: «Limitarsi a chiudere tutto non può essere la risposta, di fronte a questo o ad altri virus magari in arrivo domani». A chi esaspera le cifre (tamponi, contagi, ricoveri), oggi parlando per lo più di “casi”, in gran parte asintomatici, Magaldi risponde nel modo più netto, citando gli stessi medici come il professor Giuseppe Remuzzi, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano: «Se varassimo finalmente un protocollo nazionale per le cure precoci a domicilio, i numeri dell’emergenza ospedaliera crollerebbero, sgonfiando immediatamente il panico creato con l’aiuto dei media».
Negli ultimi dodici mesi, infatti, l’Italia è stata letteralmente messa in ginocchio da una tensione continua, protratta oltre ogni ragionevolezza, fino a devastare interi settori dell’economia nazionale. «Quello a cui continuiamo ad assistere – dice il leader “rooseveltiano” – è un vero e proprio “teatro del terrore” alimentato da politici incapaci e cialtroni. Ma è orchestrato in modo subdolo, dietro le quinte, da veri e propri nemici della democrazia: gli stessi che ieri utilizzavano il terrorismo e lo spread», accusa Magaldi. «Oggi si nascondono dietro a un virus dalla pericolosità solo relativa, per convincere le persone ad accettare come “normale” la perdita della libertà». Per il presidente del Movimento Roosevelt, è inaccettabile rassegnarsi a “pass vaccinali” o all’idea che la circolazione, anche sui treni, possa essere subordinata al controllo sanitario mediante tamponi. «Ribadisco: prolungare il distanziamento allontana la soluzione».
Inoltre, aggiunge Magaldi, «limitare la libertà per via del Covid (che non è l’Ebola, né la peste bubbonica) costituisce un precedente pericoloso, per chiunque – domani – volesse approfittarne per rendere permanenti queste misure, liberticide e incostituzionali». Esponente della massoneria progressista sovranazionale, Magaldi dichiara di aver contribuito a sfrattare Conte, concorrendo a far insediare Mario Draghi a Palazzo Chigi con un compito principale: innanzitutto, scongiurare il crollo economico del sistema-paese. «Draghi non è uno specialista, in tema di sanità: e quindi oggi fa bene a puntare sui vaccini, del resto invocati dalla maggior parte dei cittadini. A patto però che, entro due mesi, metta fine alla “prigionia” degli italiani, tuttora ostaggio della paura». Lo stesso Magaldi ammette che «non è realistico sperare che un governo appena insediato cancelli di colpo il paradigma del distanziamento, costruito per un intero anno a livello mondiale». In compenso, però, dal nuovo primo ministro il leader “rooseveltiano” pretende almeno la fine del clima di emergenza nazionale, a partire dal prossimo mese di maggio.
Annuncia Magaldi: «Il 1° Maggio, festa del lavoro, il Movimento Roosevelt e la Milizia Rooseveltiana torneranno a Roma, in piazza Campo dei Fiori, come lo scorso 17 febbraio: e se sarà ancora in vigore il coprifuoco, lo violeremo». Non solo: «Se per allora la musica non sarà cambiata, si muoveranno anche le filiere massoniche progressiste: non tollerano più che il paese resti ulteriormente prigioniero di una falsa narrazione della pandemia». Gioele Magaldi ribadisce la propria fiducia nelle buone intenzioni di Draghi: «Sta finendo di prendere le misure alla situazione, e i primi risultati si sono già visti: ci sono state rimozioni eccellenti, ed è stata finalmente approntata una vera campagna vaccinale». Clamoroso, infatti, il siluramento di Domenico Arcuri, sostituito dal generale degli alpini Francesco Paolo Figliuolo. Idem il cambio della guardia al vertice della Protezione Civile, senza contare «i ridimensionamenti» come quello subito dall’imbarazzante ministro della sanità, Roberto Speranza, che per ora resta comunque al suo posto.
Nel convalidare il ricorso ai vaccini, Magaldi resta comunque prudente: non è ancora accertata la durata della loro effettiva protezione. E sarebbe fuorviante considerarli il rimedio principe, strategico: «Non si può pensare di bloccare il paese, di fronte all’eventuale prossimo virus, nell’attesa del relativo vaccino». Il leader “rooseveltiano” insiste sul carattere squisitamente politico della svolta che serve all’Italia: «Draghi deve convincersi che gli italiani vadano intanto “liberati”: viceversa, se non si abbatte il muro politico delle restrizioni, basterà la prossima epidemia a replicare all’infinito il disastro vissuto con il Covid, aggravato da ciò che sappiamo: terapie ospedaliere anche errate, nella prima fase emergenziale, e cure non prescritte a casa, ai primi sintomi». Insiste Magaldi: «Lo stesso Mario Draghi si renderà conto del fatto che il vero obiettivo di questa “emergenza infinita”, purtroppo, non è la protezione sanitaria della cittadinanza, ma l’abbattimento delle nostre libertà democratiche».
Non è affatto campata per aria, un’accusa così grave. «Da oltre mezzo secolo, precise forze oligarchiche provano a cancellare la democrazia, conquistata a caro prezzo con la lotta antifascista». L’autore di “Massoni”, nel suo saggio uscito nel 2014, ha svelato retroscena inediti: un’élite supermassonica di stampo reazionario (neoliberista sul piano economico e “neoaristocratico” sul piano politico) ha lavorato in modo incessante, dalla fine degli anni Sessanta, per svuotare le conquiste democratiche. «Ci hanno provato con gli omicidi dei leader progressisti più prestigiosi. Ci hanno riprovato con la messinscena del terrorismo “islamico” e poi con l’altro spettacolo, quello dell’austerity a colpi di spread. Ora sono tornati all’attacco, con il virus partito da Wuhan, usando la Cina come modello per seppellire il sistema democratico occidentale». Ed è qui, assicura Magaldi, che attesta la “linea del Piave” della supermassoneria progressista: «Non staremo certo a guardare: sono sempre gli stessi, a voler demolire libertà e democrazia. Ma non ci riusciranno nemmeno stavolta: e Draghi ha due mesi di tempo per decidersi ad agire nella direzione giusta».
Fonte: LibreIdee.org

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