“Ma però” e “a me mi piace” sono davvero errori grammaticali? Cosa dice l’Accademia della Crusca
Per lungo tempo, espressioni come “ma però” e “a me mi piace” sono state considerate errori grammaticali, bollate come segnali di un uso trascurato della lingua italiana. Tuttavia l’Accademia della Crusca, massima autorità linguistica in Italia, ha recentemente rivalutato queste costruzioni, chiarendo che non si tratta di errori, bensì di strumenti stilistici con una specifica...
“Ma però” e “a me mi piace” sono considerati errori grammaticali, ma secondo l’Accademia della Crusca sono in realtà strumenti stilistici con una specifica funzione espressiva
Per lungo tempo, espressioni come “ma però” e “a me mi piace” sono state considerate errori grammaticali, bollate come segnali di un uso trascurato della lingua italiana. Tuttavia l’Accademia della Crusca, massima autorità linguistica in Italia, ha recentemente rivalutato queste costruzioni, chiarendo che non si tratta di errori, bensì di strumenti stilistici con una specifica funzione espressiva, specialmente nel linguaggio colloquiale.
L’espressione “a me mi piace”, spesso criticata come pleonastica perché combina “a me” e “mi”, apparentemente ridondanti, non è da considerarsi un errore. Questa costruzione, infatti, è usata per dare enfasi al soggetto, rendendo più chiaro e diretto il messaggio.
La ripetizione non impoverisce il significato, anzi, lo arricchisce di sfumature, sottolineando chi è il protagonista dell’affermazione. Ad esempio, quando una persona dice “a me mi piace il gelato”, sta esprimendo con maggiore forza la propria preferenza, rendendo più esplicito il coinvolgimento personale. Questo tipo di linguaggio è molto comune
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