Long Covid: Nuove scoperte sul ruolo delle cellule T nel persistere dei sintomi
Lo studio evidenzia il ruolo delle cellule T attivate e la persistenza del virus nel corpo dei pazienti con Long Covid.
Un esempio di una PET CT Scan del Corpo Umano. (springsky/Shutterstock.com)
Il COVID-19, inizialmente associato a sintomi lievi come tosse e perdita dell’olfatto, ha rivelato nel corso del tempo una forma persistente chiamata Long COVID, caratterizzata da oltre 200 sintomi che possono persistere per mesi o addirittura anni dopo la guarigione apparente. A distanza di quattro anni dall’inizio della pandemia, la comunità scientifica sta cercando di comprendere le cause di questa condizione prolungata.
Uno studio condotto su 24 pazienti Covid ha evidenziato un possibile fattore finora trascurato: le cellule T, importanti componenti del sistema immunitario. Questo studio, avviato nel 2020, si è concentrato sull’analisi del comportamento delle cellule T nel corpo attraverso scansioni PET, ispirandosi alla ricerca sull’HIV, malattia nota per il suo impatto sulle cellule T.
Le analisi hanno rivelato che le cellule T attivate persistono nel corpo dei pazienti affetti da Long Covid, con un indirizzamento specifico verso organi come i polmoni e l’intestino. Inoltre,
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