
“Le parole contano, basta con la cultura della sopraffazione sulle donne”: la toccante lettera di Gino Cecchettin ai cantanti
Le parole contano, oh sì che contano. Quante volte lo abbiamo detto. Hanno un peso, una sostanza, non sono fini a sé stesse, mutano la percezione attorno a noi e la narrazione che vogliamo imbastire, informano, suggeriscono, mortificano o fanno felici. Ogni parola, non il suo sinonimo, nemmeno il suo contrario, ogni parola che diciamo...
La musica? Può raccontare, lanciare una polemica, educare. Ma molti testi possono anche afforzare stereotipi, normalizzare comportamenti tossici. Ecco perché le parole vanno scelte con cura
@IG
Le parole contano, oh sì che contano. Quante volte lo abbiamo detto. Hanno un peso, una sostanza, non sono fini a sé stesse, mutano la percezione attorno a noi e la narrazione che vogliamo imbastire, informano, suggeriscono, mortificano o fanno felici.
Ogni parola, non il suo sinonimo, nemmeno il suo contrario, ogni parola che diciamo in un determinato contesto, in uno specifico momento, ha esattamente il volume greve che vogliamo darle. E questo vale ovunque e per chiunque e in ogni circostanza: dalle nostre case, dove impariamo a decifrare e a srotolare il primo codice di linguaggio, alla scuola, dove l’ombra del bullismo si fa prepotente, ai comizi politici, dove ogni discorso, ogni punto e ogni virgola sono studiati a tavolino, fino ai nostri ambienti lavorativi e di svago.
In tutto vale la stessa regola: ciascuna parola che vogliamo proferire va soppesata e usata con cura. Sempre.
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