La guerra civile mondiale

Tutte le volte che cerco di descrivere la natura truffaldina dei partiti cosiddetti gatekeeper, per utilizzare una definizione molto di moda oggi, ricorro sempre all’esempio dei ristoranti etnici.Gli appassionati di cucina etnica sanno che quando si va in un ristorante di quel tipo, non mangiano effettivamente cibo indiano, arabo, spagnolo, giapponese o così via, ma cibo italiano, preparato secondo le usanze della nazione di riferimento, in luoghi allestiti per dare al cliente la sensazione di trovarsi in quel momento appunto in India, in Giappone e così via. L’errore di fondo, che ovviamente nessuno commette perché il meccanismo è chiaro sin dal nome, sarebbe quello di pensare di essere davvero in quei posti. In realtà, cliente paga, vive il suo momento di momentanea etnicità, poi esce e scopre di essere in realtà al Vomero o ai Parioli. I partiti fondamentalmente funzionano allo stesso modo. Si occupano di dare la sensazione agli elettori che votandoli, si otterrà quel che si prefiggono di fare. Con la differenza che il partito non ambisce a dirvi “Ehi, ora che hai pagato, libera il locale che non sei in realtà in Giappone”, ma cerca di farvi credere che davvero realizzerà quel che si propone, cosa che ovviamente non farà. Perché in realtà non vuole? Perché non può? Non conta. Il punto è che non lo farà mai e per numerosi motivi.
Per spiegarlo, bisogna anche capire perché si stiano susseguendo tutte queste crisi e soprattutto perché con particolare rudezza in Italia. E qui la ragione è semplice. L’Italia ha il secondo debito pubblico europeo e il terzo al mondo. Ha tuttavia la particolarità di un enorme patrimonio immobiliare di gran lunga superiore al debito, su cui si vuole mettere le mani. Di conseguenza, tutte queste crisi hanno come specifico obiettivo quello di rapinare i due veri asset dell’economia italiana: case e risparmi.
Sui risparmi, la cosa è semplice. Quando si costringono milioni di italiani a non lavorare, di fatto questi devono mettere mano a ciò che hanno messo da parte. E quando poi vengono costretti – perché è lì che vogliono arrivare – ad innalzare il livello energetico dei propri appartamenti (pena il blocco degli affitti, senza ovviamente togliere le tasse sulla casa) cosa che, per esempio, nel mio caso mi costringerà a spendere un’ottantina di migliaia di euro, che non ho, mi sembra chiaro quale sia l’obiettivo a lungo termine: costringere molti italiani a disfarsi delle proprie case. Ma perché tutto questo?

Il problema di fondo con cui ci dobbiamo misurare è che c’è un gruppo di potere sovranazionale che si è convinto (peraltro avendo ragione, il punto non è questo) che al mondo siamo troppi e che consumiamo troppe materie prime. Questo non è un fenomeno nuovo nella storia. Le guerre nascono tutte per lo stesso identico motivo: troppe persone si contendono poche risorse. Solo che mentre in passato queste persone non comunicavano, viceversa oggi lo sviluppo tecnologico consente agli esseri umani di interconnettersi socialmente ed economicamente con gente che vive dall’altro capo del mondo, dimensionando così globalmente un problema che un tempo si creava a livello di alcuni specifici territori. Del resto, sette miliardi di persone non sono tollerabili da nessun pianeta che abbia risorse limitate, fossero anche molte di più di quel che abbiamo, salvo non fare debito come si fa allegramente in Occidente oppure, per razionare le risorse e spegnere le inevitabili proteste, far sprofondare le proprie società in un inferno orwelliano come avviene negli altri paesi, come la Cina.
A questo punto però le strade si biforcano tra chi vorrebbe pianificare questa riduzione e chi invece ritiene che l’unica conseguenza che possa scaturire è una grande guerra globale. Le società politiche, consapevoli del problema, cercano di fare quello che, dal marxismo a oggi, passando per i nazionalsocialismi, hanno sempre cercato di fare: pianificare la riduzione della popolazione, naturalmente cercando di far accettare ai cittadini la cosa ognuna a suo modo. L’ipocrisia congenita alla democrazia occidentale inizia a travestire i maschi da femmine e raccontarvi quanto sia bello essere gay. L’autoritarismo feroce cinese obbliga a non fare più di un figlio, pena pericolose conseguenze. Il tutto per evitare che i cittadini si ribellino alle classi dirigenti e che dunque le potenze non siano costrette a farsi la guerra, come è razionale che accada in casi come questo e come effettivamente avveniva in passato. Solo che mentre, come abbiamo detto, in altri tempi questo problema si risolveva con le guerre, oggi le nazioni hanno grossi problemi a dichiararsi guerra. Per un motivo semplicissimo: le nazioni più potenti dispongono di armi che possono far saltare per aria il pianeta. E non una volta ma perlomeno cento. Dunque, la guerra, quella vera, quella totale, quella che abbiamo studiato nelle scuole, si farà di tutto per evitarla, per spostarla verso la gente comune, vessandola come vediamo. Gli Stati Uniti, che hanno – e non da oggi – deciso di disinvestire dai propri debiti, hanno dichiarato guerra ai cittadini europei (e a quelli americani che però non si uniformano ai diktat dell’american way), facendoli vivere nel terrore e dunque in un meccanismo nel quale, ovviamente, non si fanno più figli, non si costruiscono famiglie, si spende tutto ciò che rimane e non si investe in nulla. Gli italiani, col loro enorme debito ma anche con i succulenti asset di cui dispongono, sono le vittime sacrificali. Ma in generale, sono in pericolo tutti i cittadini degli altri paesi.

Tutte queste cose, inevitabilmente, provocheranno prima o poi una reazione. Perché, come diceva qualcuno, si possono raccontare bugie a qualcuno per tutta la vita, o a molti per qualche tempo, ma non si può mentire a tutti per sempre. La pandemia ormai volge al termine, seguendo il flusso tipico delle bolle unanimistiche (unanimismo, dubbi critici, svelamento). E adesso è il turno della guerra, per la quale già vi sono stati chiesti dei sacrifici. Per indurvi a fare i quali, si fa quello che si faceva ai tempi della pandemia: terrorismo e criminalizzazione della dissidenza. Con una dose elevata di paura vi hanno costretti ad accettare due anni infernali. Con una dose ancor più robusta di paura, vi hanno costretti a non accendere più il termosifone e ad usare altri mezzi di locomozione. Con dosi crescenti, piano piano, vi toglieranno tutto. Compresa la voglia di vivere. Perché è così che prima o poi, un individuo intossicato da adrenalina si riduce.
Nel momento in cui si prende atto che una classe politica ha dichiarato guerra ai suoi cittadini – ed è così ovunque, la cosa ha raggiunto dimensioni cervellotiche solo perché l’Italia è il paese più indebitato di tutti – pensate davvero che da questa situazione si possa uscire con le buone?
In questo senso, non è neanche dato sapere se i vari politici di opposizioni varie, da quelli mainstream ai tanti capipopolo che sovente si affacciano sul proscenio, siano sinceri o meno. Che lo siano o meno, non ci deve interessare. Perché il punto è che non possono fare nulla. Io non so se Salvini e la Meloni siano sinceri. Quel che so è che quando nella Russia preputiniana i parlamentari della Duma proclamavano che avrebbero salvato i russi dall’inferno nel quale erano sprofondati per colpa di Eltsin, puntualmente venivano minacciati di morte i loro familiari. Cosa che, oltre a spiegarvi perché la Russia è finita nelle mani di Putin, vi dovrebbe anche far rendere conto che Salvini e la Meloni o chiunque si candidi ad ereditare il ruolo di Robin Hood, non possono fare nulla. Sul piano democratico.
Viceversa, se qualcuno si sente moralmente autorizzato a ragionare applicando la teoria del brigante e del brigante e mezzo, per lui si aprono praterie. Non credo di essere l’unico che abbia perduto ogni remora nei confronti di quelli che un tempo consideravo solo avversari e di voler vedere morti tutti quelli che ci hanno messi in questa situazione. E se la DIGOS non è ancora venuta ad arrestarmi è perché in fin dei conti, dato che da quelle parti ci sono anche persone intelligenti, sanno benissimo che a pensarla come me ci sono milioni di persone e che quindi prendersela con un fesso della periferia orientale di Napoli, significherebbe perdere tempo. Il rischio è che nel momento in cui arriva qualcuno in grado di incanalare questa rabbia, di intersecarla con la rabbia che pure c’è negli altri paesi, sarà in quel momento che inizierà la vera guerra mondiale. Che non vedrà bombe atomiche. Perché l’atomica presuppone una distruzione su ampia scala di un territorio la cui dimensione nemicale sia netta e palese, non invece di società dove i nemici sono mescolati tra loro. La vera guerra sarà quella tra i novax (ai quali si assoceranno tutti coloro che sono stati costretti a vaccinarsi senza volerlo) che andranno a sequestrare patrimoni e beni di tutti quelli che godevano per chi, non vaccinato, finiva in terapia intensiva, e la classe dirigente di oggi, che detiene il potere politico, economico e sociale. Coloro che non si sono piegati, prima o poi andranno a prendere, passo dopo passo, tutti quei giornalisti che hanno sparso odio nei confronti di chi, in fin dei conti, non faceva altro che esercitare un diritto. E, a salire, prima o poi arriveranno a colpire i gradi alti della società.

Ciò di cui, tra coloro che stanno cercando di riproporre nella querelle ucraina gli stessi meccanismi della pandemia, nessuno realizza, è che il covid, lungi dal limitarsi ad essere solo un virus influenzale più pericoloso degli altri, ha anche sdoganato un processo irreversibile che ha visto tantissimi individui rendersi conto di quali pezzi di merda, sia pure abilmente celati da maschere buonistiche, li circondavano. Di come i mass-media, in apparenza pluralistici, in realtà si siano schierati a coorte a difesa dei propri privilegi. E, nel contempo, sono nate delle fratellanze. Io ho riscoperto amici, compagni di scuola, ho rafforzato rapporti con persone che ho conosciuto proprio nel digitale. Se arriva qualcuno in grado di capitalizzare questa grande fratellanza, se è in grado di nutrirla con ciò di cui ha bisogno uno stato (protezione sociale, fisica, economica), in quel momento prenderà il via la vera guerra civile, su scala mondiale.
ll conflitto ucraino-russo e cioè in realtà USA-Russia, paradossalmente, nella sua gravità, è il problema minore. Perché non è lo scontro tra due nazioni ma tra due modi di vedere il mondo, opposti ma speculari. Entrambe le parti hanno spinto troppo in là i propri modelli economici, sociali e culturali. Entrambe le parti sono fallite. E’ fallita l’illusione occidentale che si potessero creare nazioni prospere ma indebitate. E’ fallita l’illusione orientale e in generale terzomondistica di poter far vivere intere popolazioni nel terrore, in cambio di una ciotola di cibo di pessima qualità e di una catapecchia. E’ fallito, in sostanza, il mondo dell’illuminismo, che del resto non è manco durato chissà quanto, se confrontato con altre epoche storiche. E’ fallita l’idea che si possano pianificare i fenomeni storici che invece sono sempre ciclici. Sta arrivando un altro mondo. Con conseguenze catastrofiche ma che sono cicliche. La guerra è nata con l’uomo e con esso morirà. Ma sarà la guerra che i cittadini si faranno tra loro. E sarà quella, l’unica vera igiene del mondo di cui parlava Marinetti. E da cui nascerà un inevitabile nuovo ordine. Quello attuale ormai è ampiamente fallito, sia economicamente che socialmente.
Pensare che tutto questo possa seguire schemi democratici è semplicemente ridicolo.

FRANCO MARINO
Fonte: Il Detonatore.it

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