La Difesa europea è transatlantica o non è. L’evento Iai

La difesa dell’Europa si basa su due pilastri imprescindibili, la collaborazione con la Nato e il mantenimento di una base industriale competitiva e all’avanguardia. È quanto emerso dalla conferenza “Sicurezza e Difesa europea, quo vadis?” organizzata dall’Istituto affari internazionali (Iai), in collaborazione con il ministero degli Esteri, che ha fatto il punto sulle sfide e […]

La difesa dell’Europa si basa su due pilastri imprescindibili, la collaborazione con la Nato e il mantenimento di una base industriale competitiva e all’avanguardia. È quanto emerso dalla conferenza “Sicurezza e Difesa europea, quo vadis?” organizzata dall’Istituto affari internazionali (Iai), in collaborazione con il ministero degli Esteri, che ha fatto il punto sulle sfide e le necessità che attendono la Difesa comune nel prossimo futuro. “L’Unione e l’Alleanza sono mutualmente dipendenti” ha registrato Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, a cui ha fatto eco Benedetta Berti, capo ufficio pianificazione politica del gabinetto del segretario generale della Nato: “Il pilastro della difesa dell’Europa è transatlantico”.

La difesa dell’Europa è transatlantica

Secondo Berti, tra l’altro, per fornire un adeguato livello di protezione e sicurezza al Vecchio continente sarà necessario l’apporto di tutti i Paesi alleati, nordamericani ed europei, ricomprendendo quindi anche quegli Stati che non sono membri dell’Ue, come per esempio il Regno Unito. “La difesa dell’Europa non è possibile se non in chiave transatlantica” ha continuato Berti, registrando anche come, con l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato “il 97% dei cittadini dell’Unione europea saranno sotto l’ombrello dell’Alleanza”.

Un unico set di forze

La collaborazione tra le due organizzazioni è indispensabile anche da un punto di vista tecnico-operativo. “C’è un unico set di forze disponibile per entrambe le organizzazioni”, ha spiegato l’ammiraglio Gianfranco Annunziata, capo reparto Politica militare dello Stato maggiore della Difesa, ricordando la necessità che non si creino duplicazioni che ridurrebbero l’efficacia dello strumento militare comune. È per questo che il nostro Paese ha sostenuto il rafforzamento di entrambe le organizzazioni, come registrato da Marco Peronaci, rappresentante dell’Italia presso il Comitato politico e di sicurezza Ue, ricordando come per il nostro Paese “Nato e Unione


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