In Abruzzo benvenuto all’estate con il vino affinato sotto la neve

Il 17, 18 e 19 giugno una festosa kermesse celebrerà l'appuntamento con brindisi, percorsi naturalistici e in chiusura una cena raffinata preparata dagli allievi dell'Accademia Niko Romito di Castel di Sangro

Con il disgelo e l’arrivo della bella stagione si ripete nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga il rito della “transumanza” di una quantità limitata di bottiglie di vino, estratte dalla neve dopo un affinamento di sette mesi e pronte per essere degustate dopo questo metodo di maturazione estremo. Il 17, 18 e 19 giugno una festosa kermesse celebrerà l’appuntamento con brindisi, percorsi naturalistici e in chiusura una cena raffinata preparata dagli allievi dell’Accademia Niko Romito di Castel di Sangro (Aq).

 

Vini d’Altura

Il vino affinato sotto la neve

Secondo il metodo messo a punto dalla società Pendeche di Montorio al Vomano (Te) la lunga permanenza sotto una spessa coltre di neve donerebbe al vino un nuovo vigore e un ventaglio aromatico più intenso. È un metodo di affinamento che si aggiunge a quelli già ampiamenti in uso, come quello in miniera, mare, già usato dagli etruschi con le anfore – e anche nello spazio, come ha fatto una start up lussemburghese in collaborazione con la Nasa facendo viaggiare in navetta alcune bottiglie di Bordeaux per 14 mesi. Numerosi altri, nell’ambito della ricerca enologica, sono gli esperimenti per comprendere le condizioni che possono influire sull’invecchiamento del vino: dalla luce alle vibrazioni fino alla pressione e all’umidità. L’esperimento della Pendeche ha avuto successo tanto che nel 2018 il marchio Vini d’Altura è stato registrato e i vini presentati al Vinitaly. Altre cantine si sono poi unite all’abruzzese Biagi, partner storico del progetto, attiva dagli anni ’40 e che coltiva in regime biologico 35 ettari di vigne sulle colline di Colonnella che beneficiano delle brezze marine e della vicinanza del Gran Sasso. Aumentata la quantità di bottiglie affinate in cantine mobili che vengono sepolte nella neve e almeno 1200 etichette abruzzesi sono state vendute. Ma è in corso la sperimentazione su altri 70 vini di varie regioni italiane.

 

Tra degustazioni e momenti di approfondimento

Il programma di questo evento annuale prevede vari momenti di degustazione e di approfondimento, e non mancheranno abbinamenti con la tradizionale cucina d’Abruzzo. Una masterclass comparativa consentirà a sommelier e winelovers di analizzare le trasformazioni che intervengono nei Vini d’Altura. Tra gli appuntamenti gastronomici più attesi è la cena di gala by Accademia Niko Romito a Campo Imperatore. Sarà un evento esclusivo per far conoscere al pubblico questo vino che viene dal freddo insieme alla cucina territoriale e alla bellezza di una delle zone montuose più spettacolari d’Italia. Il punto di riferimento sarà l’Ostello di Campo Imperatore, ultimo luogo raggiungibile con l’auto. Tra gli appuntamenti previsti un’escursione dal panoramico B&B Scacciapensieri di Colledan a ai 2388 m del Rifugio Duca degli Abruzzi, golose soste wine&food e un’escursione con il Walking Meeting in quota “Via ad Salinas”, (la Via del Sale) dedicata alla transumanza e al turismo lento.

Sono 16 le tappe, dedicate alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale, enogastronomico, artigianale e paesaggistico dei territori. Il tracciato è in corso di digitalizzazione, in vista dell’inserimento nell’atlante dei Cammini d’Italia del Mibact.

L’amore intenso per il proprio territorio

Particolarmente stretto il sodalizio tra Vini d’Altura e l’azienda vitivinicola, Biagi nato nel 2016. «Da tempo eravamo da tempo alla ricerca di un’azienda che non avesse snaturato nel tempo il proprio rapporto con la terra e con il territorio – afferma Bruno Carpitella, ideatore del metodo di maturazione in quota – e che fosse l’espressione più autentica della cultura agricola abruzzese». L’azienda, di generazione in generazione, produrre vini che siano espressione diretta del territorio con l’obiettivo della qualità scegliendo di valorizzare i vitigni autoctoni come Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Passerina.

L’Accademia Niko Romito, scuola di cucina professionale, è stata fondata nel 2011 e da allora ha diplomato 291 cuochi attualmente tutti occupati. Tra questi ben 42 hanno avviato un’attività propria ed altri lavorano nelle cucine dei ristoranti stellati e livello internazionale. Per ora il menu è top secret, ma è studiato per esaltare la raffinatezza dei vini d’altura.

Il vero turismo esperienziale

Coordinatore dell’appuntamento con i Vini d’Altura è Antonio Stroveglia del Tour Operator Wolftour: «Nei nostri viaggi – promette – non mancano le occasioni di vivere esperienze uniche come guardare il mare dalla cima innevata di una montagna, ripercorrere le millenarie vie della transumanza, vivere i borghi medievali, avventurarvi in bici o a cavallo su strade e tratturi panoramici, percorrere in canoa fiumi e laghi o immergersi nei silenzi di grotte di rara bellezza».


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