Il primo ‘voodoo’ della storia? Scoperte prove di un rituale celebrato già 12.000 anni fa

Alcuni resti scoperti nella grotta di Cloggs sono compatibili con i riti celebrati dai nativi e descritti dai primi esploratori in Australia alla fine del XIX secolo. Nel 1887, l’antropologo ed esploratore australiano Alfred Howitt si recò nell’area in cui viveva il popolo GunaiKurnai, nel sud-est dell’Australia. Durante il suo soggiorno, documentò un curioso rituale […]
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Alcuni resti scoperti nella grotta di Cloggs sono compatibili con i riti celebrati dai nativi e descritti dai primi esploratori in Australia alla fine del XIX secolo.

Nel 1887, l’antropologo ed esploratore australiano Alfred Howitt si recò nell’area in cui viveva il popolo GunaiKurnai, nel sud-est dell’Australia. Durante il suo soggiorno, documentò un curioso rituale effettuato dai ‘mulla-mullung’, un tipo di guaritori o stregoni di alto rango. Questi druidi prendevano qualcosa dalla vittima – una ciocca di capelli, resti dei suoi movimenti intestinali o, se non avevano altro, dei vestiti – e lo legavano all’estremità di un bastone insieme ad alcune piume di falco d’aquila e qualche oggetto umano o animale. In un luogo appartato, lontano da occhi indiscreti, il mulla-mullung piantava il bastone nel terreno, facendo attenzione a non farlo cadere, e bruciava l’oggetto personale del protagonista del rito mentre recitava una sorta di incantesimo. Quando il bastone cadeva, l’incantesimo era completo. Le cronache dell’epoca non chiariscono l’obiettivo del rito: alcuni sottolineano che il mulla-mullung era uno stimato ‘medico’ che cercava di curare le persone, pur vivendo lontano dal


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