Il “ghiacciaio del destino” è sotto assedio dal basso

Sorvolando l’Antartide, è difficile capire di cosa si tratta. Non si capisce, è incredibile per dimensioni e non ci si riesce a rapportare. 

E’ come se fosse una gigantesca torta nuziale, la glassa di neve in cima alla calotta glaciale più grande del mondo appare liscia e senza macchie, bella, intonsa, perfettamente bianca. Piccoli vortici di dune di neve coprono la superficie. Ma se ti avvicini al bordo della calotta glaciale, emerge un senso di potere terrificante da sotto. In superficie compaiono crepe, a volte organizzate come se fosse tutto ordinato, a volte invece, un completo caos di guglie e creste, che rivelano il cuore cristallino e azzurro del ghiaccio sottostante.

Man mano che l’aereo vola più in basso, la scala di queste interruzioni cresce costantemente. Queste non sono solo crepe, ma canyon abbastanza grandi da inghiottire un aereo di linea o guglie grandi come monumenti. Scogliere e burroni nella coltre bianca emergono, indicano una forza che può sballottare blocchi di ghiaccio grandi come stadi e accartocciati come fossero tante auto distrutte in un tamponamento. 

È un paesaggio contorto, lacerato, straziato. Emerge anche un senso di movimento, in un modo che nessuna parte della Terra priva di ghiaccio può trasmettere: l’intero paesaggio è in movimento, anche se non si vede e con velocità su scale diverse e apparentemente non molto contento di ciò.

L’Antartide è un continente che comprende diverse grandi isole, una delle quali delle dimensioni dell’Australia, tutte sepolte sotto uno strato di ghiaccio spesso 3000 metri [1] . Il ghiaccio contiene abbastanza acqua dolce per alzare il livello del mare di quasi 70 metri. Ripeto, settanta metri in tutto il globo!

I suoi ghiacciai sono sempre stati in movimento, [2] ma sotto il ghiaccio si stanno verificando cambiamenti che stanno avendo effetti profondi sul futuro della calotta glaciale e sul futuro delle comunità costiere di tutto il mondo.

  1. Rompere, assottigliarsi, sciogliersi, collassare.

L’Antartide è il luogo in cui lavoro. Come scienziato polare ho visitato la maggior parte delle aree della calotta glaciale in più di 20 viaggi nel continente bianco, portando sensori e stazioni meteorologiche, facendo trekking sui ghiacciai o misurando la velocità, lo spessore e la struttura del ghiaccio.

Attualmente, sono lo scienziato coordinatore degli Stati Uniti per un importante sforzo di ricerca internazionale sul ghiacciaio più rischioso dell’Antartide – ne parleremo tra poco. Ho attraversato con cautela crepacci, calpestando con cautela il ghiaccio azzurro spazzato dal vento e guidato per giorni nel paesaggio più monotono che si possa immaginare.

Per la maggior parte degli ultimi secoli, la calotta glaciale è rimasta stabile, per quanto ne può dire la scienza polare. La nostra capacità di tracciare la quantità di ghiaccio che fuoriesce ogni anno e la quantità di neve che cade sopra risale solo a una manciata di decenni [fa 3], ma ciò che vediamo è una calotta glaciale che era “quasi” in equilibrio fino agli anni ’80 [4]. 

All’inizio, i cambiamenti nel ghiaccio avvenivano lentamente. 

Gli iceberg si staccavano ma il ghiaccio veniva sostituito da un nuovo deflusso. Le nevicate totali non erano cambiata molto nei secoli – questo lo sapevamo osservando le carote di ghiaccio [5] – e in generale il flusso di ghiaccio e l’elevazione della calotta glaciale sembravano costanti tanto che uno degli obiettivi principali della prima ricerca sul ghiaccio in Antartide era trovare un posto, un qualsiasi luogo, che era cambiato radicalmente. Ora invece, per l’aria circostante e l’oceano che si riscaldano, le aree della calotta glaciale antartica che sono state stabili per migliaia di anni si stanno rompendo, assottigliando, sciogliendo [6] o, in alcuni casi, collassando in un mucchio di blocchi [7]. Quando questi bordi di ghiaccio si muovono, inviano un potente segnale: se anche una piccola parte della calotta glaciale dovesse sgretolarsi completamente in mare, l’impatto per le coste del mondo sarebbe grave.

Come molti geo-scienziati, penso spesso a come appare la Terra al di sotto della parte visibile. Per l’Antartide, questo significa pensare al paesaggio sotto al ghiaccio. Che aspetto ha il continente sepolto e in che modo quel seminterrato roccioso modella il futuro del ghiaccio in un mondo in fase di riscaldamento?

  1. Visualizzare il mondo sotto il ghiaccio.

I recenti sforzi per combinare i dati di centinaia di studi aerei e terrestri [8] ci hanno fornito una sorta di mappa del continente presente sotto il ghiaccio [9]. La mappatura ci rivela due paesaggi molto diversi tra loro, divisi solo dalle montagne transantartiche che rimangono ben visibili.

Nell’Antartide orientale, la parte più vicina all’Australia, il continente è aspro e solcato, con diverse piccole catene montuose [10]. Alcuni di questi hanno valli alpine, tagliate dai primissimi ghiacciai che si formarono in Antartide 30 milioni di anni fa, quando il suo clima assomigliava a quello dell’Alberta o della Patagonia. La maggior parte del substrato roccioso dell’Antartide orientale si trova sul livello del mare. È qui che la piattaforma di ghiaccio di Conger, grande quanto una città, è crollata in mezzo a un’ondata di caldo insolitamente intensa nel marzo 2022 [11]. Nell’Antartide occidentale il substrato roccioso invece è molto diverso, con parti molto più profonde. Quest’area era un tempo il fondo dell’oceano, una regione in cui il continente era allungato e suddiviso in blocchi più piccoli con fondali profondi nel mezzo. Grandi isole fatte di catene montuose vulcaniche sono collegate tra loro dalla spessa coltre di ghiaccio. Il ghiaccio qui è più caldo e si muove più velocemente. Non più di 120.000 anni fa, [12] quest’area era probabilmente un oceano aperto, e sicuramente è stato così negli ultimi 2 milioni di anni [13]. Questo è importante perché il nostro clima oggi si sta avvicinando rapidamente a temperature come quelle di qualche milione di anni fa [14]. 

La consapevolezza che la calotta glaciale dell’Antartide occidentale è già scomparsa in passato è motivo di grande preoccupazione nell’era del riscaldamento globale.

  1. Le prime fasi di un ritiro su larga scala.

Verso la costa dell’Antartide occidentale c’è una vasta area di ghiaccio chiamata Thwaites Glacier [15]. Questo è il ghiacciaio più largo della terra, ha 70 miglia di larghezza e drena un’area grande quasi quanto l’Idaho. I dati satellitari [16] ci dicono che è nelle prime fasi di un ritiro su larga scala [17]. L’altezza della superficie è scesa fino a un metro ogni anno. Enormi crepe si sono formate sulla costa e molti grandi iceberg sono stati lasciati alla deriva. Il ghiacciaio scorre a oltre un chilometro e mezzo l’anno e questa velocità è quasi raddoppiata negli ultimi tre decenni. Questa zona è stata notata all’inizio come un luogo in cui il ghiaccio poteva perdere la presa, il contatto con il bedrock, il substrato roccioso. La regione è stata definita il “ventre debole” della calotta glaciale [18]. Alcune delle prime misurazioni della profondità del ghiaccio [19], utilizzando l’ecoscandaglio radio, hanno mostrato che il centro dell’Antartide occidentale aveva un substrato roccioso fino a un due chilometri e mezzo sotto il livello del mare. La zona costiera era meno profonda, con poche montagne e alcune alture; ma vicino alla costa c’era un ampio varco tra i monti. 

È qui che il Thwaites incontra il mare.

Ora, se il ghiaccio dovesse fare un passo indietro molto marcato, il fronte in ritirata passerebbe dal ghiaccio “sottile” – oggi ancora spesso quasi 1 km piedi – a ghiaccio molto più spesso verso il centro del continente. Sul bordo in ritirata, il ghiaccio scorrerebbe più velocemente, perché ora il ghiaccio è più spesso. Ma come inizierebbe questo ritiro? Fino a poco tempo, il Thwaites non sembrava esser cambiato molto da quando è stato mappato per la prima volta negli anni ’40 [20]. All’inizio, gli scienziati pensavano che il ritiro sarebbe stato il risultato dell’aria più calda e dello scioglimento della superficie ma la causa dei cambiamenti sul  Thwaites, visti nei dati satellitari, non è così facile da individuare sulla superficie. Sotto invece, il ghiaccio nel punto in cui la calotta glaciale si solleva per la prima volta dal continente e inizia a sporgere sull’oceano come una piattaforma di ghiaccio galleggiante, e la causa della ritirata diventa evidente. Qui, l’acqua dell’oceano ben al di sopra del punto di fusione sta erodendo la base del ghiaccio, cancellandolo come un cubetto di ghiaccio scomparirebbe galleggiando in un bicchiere d’acqua.

L’acqua che è in grado di sciogliere da 20 ai 30 metri  di ghiaccio ogni anno, incontra il bordo della calotta glaciale, quella glassa compatta che ricopre l’intero continente. Questa erosione consente al ghiaccio di fluire più velocemente verso il mare, spingendo la banchisa.

La banchisa è una delle forze di contenimento che trattengono la calotta glaciale. Ma la pressione del ghiaccio terrestre sta lentamente rompendo questa lastra di ghiaccio. Come una tavola che si scheggia sotto troppo peso, sta sviluppando enormi crepe. Quando cederà – e la mappatura delle fratture e la velocità del flusso suggerisce che mancano solo pochi anni – sarà un altro passo che consentirà al ghiaccio di fluire più velocemente, alimentando il circuito di scioglimento.

  1. L’innalzamento del livello del mare

Guardando indietro al continente, a questa torta ricoperta di ghiaccio, dal nostro campo quest’anno, la vista  fa riflettere. Un enorme ghiacciaio, che scorre verso la costa e si estende da un orizzonte all’altro, si erge fino al centro della calotta glaciale dell’Antartide occidentale. C’è la sensazione palpabile che il ghiaccio stia cadendo sulla costa. E’ vero, il ghiaccio è ancora ghiaccio: non si muove così velocemente, non importa cosa lo stia guidando; ma questa gigantesca area chiamata Antartide occidentale potrebbe presto iniziare un declino plurisecolare che potrebbe far salire fino a 3 metri (10 piedi) il livello del mare [21]. Nel processo, il tasso di innalzamento del livello del mare aumenterebbe di parecchie volte, ponendo l’umanità di fronte a grandi sfide, specie per le persone che stazionano nelle città costiere. 

Praticamente, tutti noi.

 

 

Note:

[1] https://nsidc.org/learn

[2] https://www.youtube.com/watch?v=uBbgWsR4-aw

[3] https://climate.esa.int/en/projects/ice-sheets-antarctic/data/

[4] https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1812883116

[5] https://www.antarcticglaciers.org/glaciers-and-climate/ice-cores/ice-core-basics/

[6] https://cires.colorado.edu/news/threat-thwaites-retreat-antarctica%E2%80%99s-riskiest-glacier

[7] https://www.cambridge.org/core/journals/annals-of-glaciology/article/pattern-of-retreat-and-disintegration-of-the-larsen-b-ice-shelf-antarctic-peninsula/787CFBB5B0D1AA71C8F587C8E91F4B58

[8] https://tc.copernicus.org/articles/7/375/2013/

[9] https://www.nature.com/articles/s41561-019-0510-8

[10] https://www.nsf.gov/news/news_summ.jsp?org=NSF&cntn_id=122290&preview=false

[11] https://www.copernicus.eu/en/media/image-day-gallery/collapse-conger-ice-shelf

[12] https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/2015GL063861

[13] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780128191095000141?via%3Dihub

[14] https://www.climate.gov/news-features/climate-qa/whats-hottest-earths-ever-been

[15] https://thwaitesglacier.org/about/facts

[16] https://www.nature.com/articles/s41586-018-0179-y

[17] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S092181811630491X?via%3Dihub

[18] https://www.cambridge.org/core/journals/journal-of-glaciology/article/weak-underbelly-of-the-west-antarctic-ice-sheet/61C4BC23CCF0106FDBC00502BF2291BF

[19] https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1821646116

[20] https://thwaitesglacier.org/sites/default/files/2020-09/ThwaitesGlacierFactsSheetJune2020_1.pdf

[21] https://cires.colorado.edu/news/threat-thwaites-retreat-antarctica%E2%80%99s-riskiest-glacier

 

 

 

Autore Ted Scambos  Senior Research Scientist, CIRES, University of Colorado Boulder

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