Il freno di Breton sullo stop al motore termico
È passata solo una settimana dalla decisione europea di bandire le nuove auto con motore termico dal 2035, ma già si pensa a come limitarne l’impatto. Nello specifico, sta prendendo piede l’idea di fare una revisione al piano nel 2026, in modo da valutare l’impatto sull’economia europea e se necessario reagire. L’idea è del commissario […]
È passata solo una settimana dalla decisione europea di bandire le nuove auto con motore termico dal 2035, ma già si pensa a come limitarne l’impatto. Nello specifico, sta prendendo piede l’idea di fare una revisione al piano nel 2026, in modo da valutare l’impatto sull’economia europea e se necessario reagire. L’idea è del commissario al mercato interno Thierry Breton, che si sta facendo portavoce delle preoccupazioni di una delle industrie più importanti d’Europa.
In un’intervista a Politico Brussels Playbook, Breton ha parlato di uno “sconvolgimento gigantesco”. Non tanto per le grandi case automobilistiche, “che sicuramente ce la faranno”, ma per l’intero ecosistema che ruota attorno all’auto, più la produzione aggiuntiva di elettricità. Il processo comporterà la distruzione di circa 600.000 posti di lavoro nell’intera Unione: per il commissario, semplicemente, l’Ue non può permettersi di compromettere il passaggio dal motore a combustione a quello elettrico.
Ancora non c’è un dato certo riguardo all’impatto sull’industria italiana, ma le stime cumulative dei sindacati parlano di oltre centomila posti di lavoro. Una scure notevole per il settore automotive, che rappresenta una filiera d’eccellenza a livello internazionale. Già si sentono gli scossoni a livello locale. È di poco fa l’accordo tra sindacati e vertici di Stellantis in merito alla chiusura del comparto di produzione di motori diesel di VM, un’azienda della provincia di Ferrara. Il risultato è positivo – da trecento esuberi si è arrivati a 160 trasferimenti nello stabilimento modenese di Maserati – ma difficilmente replicabile su larga scala.
UNA TRANSIZIONE SOSTENIBILE
Considerando i possibili intoppi nel processo di transizione dell’industria, Bruxelles dovrà rivedere la data di eliminazione graduale. Questa l’idea alla base dell’intervento di Breton. “Tutte queste questioni devono essere studiate. Dunque sono felice che i co-legislatori abbiano
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