Il ciclone Freddy

Freddy è stato il più lungo ciclone di sempre.

Nel silenzio più assoluto dei nostri media, lontano da ogni telegiornale, il ciclone Freddy è passato con la sua scia di morte e distruzione battendo ogni record di durata. D’altronde c’è uno studio che diceva che servono quasi 40.000 morte per mancanza di cibo per ottenere la stessa probabilità di copertura nei notiziari televisivi statunitensi o europei [1]
E’ il dove che conta e a noi dell’Africa non ce ne può fregare di meno (beh abbiamo altro a cui pensare noialtri eh!). Quindi, lontanissimo dalle cronache e dall’attenzione degli utenti social, più propensi a scannarsi per la Ferragni che per il futuro, l’Africa è stata colpita da quello che potrebbe essere confermato come il più potente e lungo ciclone della storia.
Centinaia di morti e danni incalcolabili che hanno palesato ancora una volta come i paesi più vulnerabili non siano in condizione di resistere contro gli eventi estremi causati dal riscaldamento globale.

34 giorni!
Immaginatevi 34 giorni di piogge battenti e di devastazione meteorologica.
34 giorni sono infiniti.

Freddy ha colpito l’Africa orientale per ben due volte, ha toccato terra a febbraio, ha fatto la sua dose di danni e poi è tornato sull’oceano. Qui ha ripreso vigore di nuovo, alimentato dalle acque calde del canale di Mozambico e poi è tornato indietro, rientrando dal porto di Quelimane e ha completato l’opera.
In poche settimane, in alcune zone, è caduta la pioggia di un anno.
E non ha mai mollato.
Freddy infatti detiene il record di ciclone tropicale più duraturo al mondo, battendo il precedente record dell’uragano John nel 1994. Freddy detiene anche il record per l’energia ciclonica più alta di tutti i tempi accumulata da un ciclone tropicale in tutto il mondo, con un ACE (vedi nota 2) di 87,01, battendo il precedente record di 85,26 stabilito dall’uragano Ioke nel 2006.
Freddy è stato il primo ciclone tropicale a subire sette cicli separati di rapida intensificazione.
Freddy è uno degli unici quattro sistemi ad attraversare l’intero Oceano Indiano meridionale da est a ovest; gli altri erano i cicloni Litanne nel 1994, Leon-Eline e Hudah nel 2000.

Dopo il Madagascar, a febbraio Freddy ha costeggiato Mauritius e Réunion a nord, portando forti venti e condizioni meteorologiche avverse. Una nave battente bandiera taiwanese con un equipaggio di 16 persone è scomparsa a nord-est di Mauritius. Poi in Mozambico, dove i danni sono stati più gravi che in Madagascar e hanno incluso forti piogge nella metà meridionale del paese e infrastrutture ampiamente danneggiate. Alcune parti del paese hanno ricevuto più di 300 mm (12 pollici) di pioggia. Gli effetti in Mozambico sono stati esacerbati dopo il suo secondo approdo con ulteriori inondazioni e danni causati dal vento.

Il più colpito è stato il Malawi, dove le piogge incessanti hanno causato catastrofiche inondazioni improvvise, con Blantyre che ne ha subito il peso maggiore. La rete elettrica della nazione è stata paralizzata, con la sua diga idroelettrica resa inutilizzabile. Complessivamente, il ciclone ha ucciso almeno 482 persone: 360 in Malawi, 86 in Mozambico, 17 in Madagascar, 17 a Mauritius (di cui 16 in un naufragio al largo) e 2 in Zimbabwe. Gli impatti diffusi e prolungati hanno richiesto ampi sforzi di soccorso da parte delle nazioni colpite e di molteplici agenzie intergovernative. L’UNICEF e il PAM hanno fornito beni di prima necessità alle persone colpite, oltre a rifugi temporanei. La sicurezza alimentare era particolarmente preoccupante, con milioni di persone a rischio. I sopravvissuti al ciclone sono stati trovati a scavare disperatamente tra le macerie a mani nude nella speranza di trovare altri sopravvissuti.

Però ripeto, sui TG di clima non si parla. Lo fanno le testate giornalistiche della notte, ma il signor Mario Rossi è più attirato dal gossip e dal pallone nel tg della sera.

Mentre escono rapporti scientifici che parlano di migrazioni epocali di popolazioni.
L’ultimo rapporto Groundswell include proiezioni e analisi della migrazione climatica interna per tre nuove regioni: Asia orientale e Pacifico, Nord Africa, Europa orientale e Asia centrale. Si parla della migrazione di 216 milioni di persone entro il 2030 [3]. Mentre 900 delfini sono stati trovati morti a riva solo in Francia questo inverno [4].

Non abbiamo idea di cosa stiamo facendo al pianeta, però siamo qui a romperci il cazzo con la nostra memoria che ci annebbia ancor di più la visione del futuro.
E niente.
Noi non siamo pronti, non siamo consapevoli e ce ne fottiamo perché per risolvere dobbiamo cambiare. E cambiare fa perdere consenso.
Auguri.

[1] Eisensee, T., & Strömberg, D. (2007). News droughts, news floods, and US disaster relief. The Quarterly Journal of Economics, 122(2), 693-728.

[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Accumulated_cyclone_energy

[3] https://openknowledge.worldbank.org/entities/publication/2c9150df-52c3-58ed-9075-d78ea56c3267

[4]https://phys.org/news/2023-03-france-dolphins-atlantic-coast.html

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