Il business milionario dei vestiti usati: così gli abiti lasciati nei cassonetti della Caritas arricchiscono la Camorra
I cassonetti gialli che vediamo ogni giorno nelle nostre città, spesso contrassegnati dal logo Caritas, sembrano simboli di solidarietà. Ma dietro quella parvenza di beneficenza si nasconde un sistema altamente redditizio, dove i veri beneficiari sono aziende private – talvolta con legami alla criminalità organizzata – e non certo le persone in difficoltà. Secondo un’inchiesta...
I vestiti usati che pensiamo di donare a chi ne ha bisogno lasciandoli nei cassonetti della Caritas in realtà alimentano aziende private che hanno legami con la criminalità organizzata: l’inchiesta de Le Iene
@Le Iene
I cassonetti gialli che vediamo ogni giorno nelle nostre città, spesso contrassegnati dal logo Caritas, sembrano simboli di solidarietà. Ma dietro quella parvenza di beneficenza si nasconde un sistema altamente redditizio, dove i veri beneficiari sono aziende private – talvolta con legami alla criminalità organizzata – e non certo le persone in difficoltà.
Secondo un’inchiesta condotta da Luigi Pelazza per Le Iene, i vestiti che pensiamo vadano ai bisognosi finiscono per generare un giro d’affari da circa 200 milioni di euro l’anno, di cui solo l’1% è realmente destinato a progetti solidali. Il resto ingrassa le casse di società private che pagano una piccola percentuale per utilizzare il marchio Caritas sui contenitori.
Dalla donazione alla vendita internazionale
Per dimostrare la traiettoria dei vestiti donati, la redazione ha nascosto un GPS all’interno di una borsa, depositata in un cassonetto a Milano. Dopo un
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