Il 5 maggio: viaggio all’isola d’Elba. Ode e lode ad Alessandro Manzoni e Napoleone

Portoferraio (Isola d’Elba) –  Oggi, 5 maggio, alle ore 12 all’Isola d’Elba, si terrà l’apertura ufficiale dell’anno dedicato a Napoleone Bonaparte.

Ricorre quest’anno il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio 1821 nell’isola di sant’Elena, dove l’imperatore era stato esiliato dai vincitori del «grande conflitto europeo».

L’ avvio dei festeggiamenti avviene proprio nel giorno della morte di Napoleone – ricordato da Alessandro Manzoni nella celeberrima ode Il 5 maggio – che all’Elba risiedette per dieci mesi, lasciando una traccia storica indelebile del suo passaggio. Tutte le celebrazioni odierne previste non sono aperte al pubblico. Alle 10,30 è in programma la messa di suffragio di Napoleone Bonaparte, con la presenza di rievocatori storici. Alle 12 ci sarà l’ alzabandiera, in cui verrà issato il vessillo dell’Isola d’ Elba a segno di apertura delle attività dell’anno. La messa sarà trasmessa in differita alle 17 sui canali social del Comune di Portoferraio.

Napoleone Bonaparte

Il suo breve esilio, durato dieci mesi fra il 1814 e il 1815, ha segnato la storia dell’isola dell’arcipelago toscano, sospesa fra un mare cristallino e la storia, e sono molti i luoghi e le leggende, in molti casi poco noti, che raccontano la vita da esule dell’Imperatore nell’Isola.
Sarà anche riaperta la casa che ospitò Napoleone.
Gli eventi sono inseriti in un vasto programma promosso dalla Gestione Associata Turismo dell’Isola d’ Elba, attraverso il circuito Visit Elba, in collaborazione con la Federazione Europea delle Città Napoleoniche.
Si spera anche in un rilancio turistico dell’isola.

Napoleone è stato – ed è tuttora – un mito scomodo, contradditorio, che ha attraversato tutto il XIX e XX secolo. Sia in Francia che in Italia, istituzioni e studiosi ricorderanno l’anniversario, partendo da punti di vista (o da obiettivi) tutt’altro che convergenti.

Già Alessandro Manzoni, all’indomani della sua morte, si chiedeva se la sua fosse stata una «vera gloria». Eppure, molte riforme introdotte dal «piccolo generale corso» – nato ad Ajaccio il 15 agosto del 1769, da famiglia di origine italiana – hanno segnato in modo indelebile la storia, la cultura e le istituzioni dell’Europa moderna.

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Con il suo codi­ce civile e altre importanti riforme legislative, Napoleone diffuse, in tutto il continente europeo, i fondamenti ideali e politici della Rivoluzione fran­cese. Il primo periodo importante della storia napoleonica è quello dell’ascesa al potere (quando il giovane ge­nerale corso fa valere i suoi talenti sul campo di battaglia, in particolare in Italia), fino al colpo di Stato di brumaio (1799). Il secondo è quello delle grandi conquiste militari nel continente europeo e la creazione dell’Impero. Il terzo è quello, ahimè mesto ed eroico, del declino, prima all’isola d’Elba e poi, definitivamente, nella prigionia di sant’Elena. Una personalità dotata di grandi capacità tattiche e un ottimo stratega, ma pur sempre un uomo.

Oggi non si possono non ricordare i versi del Manzoni.
Il Cinque Maggio
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà …

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Composta di getto in tre o quattro giorni, l’ode “Il cinque maggio” di Alessandro Manzoni celebra il grande Napoleone, scomparso il 5 maggio del 1821. L’ ode ebbe una larga diffusione europea grazie soprattutto a Goethe, che la fece pubblicare su una rivista. L’opera umana termina, anche la più gloriosa in un “Ei fu”. ll cinque maggio è un’ode composta da 108 versi raggruppati in strofe da sei settenari, nella quale il grande scrittore milanese rivisita la figura di questo “uom fatale” per approfondire una sua riflessione personale sulla limitatezza dell’agire umano e sul grande e misterioso disegno della Provvidenza divina.

L’uomo non può pretendere di modificare la volontà celeste, cui occorre, cristianamente, adeguarsi. A partire da questa lettura etica e storica dell’uomo e del generale Napoleone Bonaparte, l’ode sviluppa quelle stesse tematiche che ricorrono negli stessi anni all’interno delle “Il Conte di Carmagnola” e “Adelchi” e anche nel “Fermo e Lucia”, primo nucleo di quello che sarebbe stato il primo grande romanzo della letteratura italiana, i “Promessi Sposi”.

Molto interessante oggi il libro dedicato a Napoleone da Vittorio Criscuolo dal titolo emblematico “Ei fu”.

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