IA e aree interne, si rischiano nuove periferie: cosa deve fare la politica di coesione

Il digital divide non riguarda solo l'accesso alle infrastrutture: la scarsa dotazione di IoT nelle aree interne ne determina la possibilità di adozione del machine learning con tutti i benefici che ne conseguono: ecco perché serve un approccio sistemico alla questione L'articolo IA e aree interne, si rischiano nuove periferie: cosa deve fare la politica di coesione proviene da Agenda Digitale.

IA e aree interne, si rischiano nuove periferie: cosa deve fare la politica di coesione – Agenda Digitale

Digitale e disuguaglianze

Il digital divide non riguarda solo l’accesso alle infrastrutture: la scarsa dotazione di IoT nelle aree interne ne determina la possibilità di adozione del machine learning con tutti i benefici che ne conseguono: ecco perché serve un approccio sistemico alla questione

03 Nov 2022

Simona Romiti

Change agent Senior Advisor in Programmi ed ecosistemi europei

Le nuove tecnologie digitali stanno facilitando lo sviluppo di relazioni sociopolitiche nelle zone rurali, ma è possibile che l’intelligenza artificiale possa generare nuove aree interne nel prossimo futuro.

Infatti, il regionalismo economico influenzato dall’intelligenza artificiale sta aumentando il rischio di creare nuove aree bianche e nuove comunità periferiche. Appare evidente come il darwinismo digitale stia premiando le città, tanto più quelle portuali di dimensione medio-grande.

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Le città portuali nuovi hub del digitale

Sono infatti le configurazioni urbane, classificate come poli, a ospitare il maggior numero di sensori di rilevazione e avere la concentrazione più alta di popolazione residente. E sono queste amministrazioni e i loro attori economici ad aver sviluppato la capacità di trasformare tali dati in informazioni e servizi ad alto valore aggiunto.

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Il collegamento delle città alle proprie realtà portuali, i nuovi hub di ingresso e transito di zettabyte di dati attraverso cavi sottomarini, produce un ulteriore effetto leva dei fattori esogeni di crescita, riconducibili al collegamento con altre condizioni immateriali di sviluppo (innovazione e scambio di know-how).

Stando ai dati: il 97% del traffico internet viaggia attraverso i cavi sottomarini. L’Europa a dicembre 2021 ha lanciato l’iniziativa “EU Global Gateway”, 300 miliardi di investimento a sostegno della connessione tra i Paesi membri e il resto del mondo. A livello mondiale, l’Internet of Things ha raggiunto 12,3 miliardi di connessioni, le persone con accesso a internet sono diventate 7,91 miliardi, di cui quasi il 60% vive in contesti urbani. In Italia questa percentuale raggiunge il 72% e sono quasi 51 milioni le persone connesse e oltre 43 milioni quelle attive sui social, con una predilezione verso quelle piattaforme con contenuti on demand.

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Se, da un lato. l’uso di alcune


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