I post contro Israele del capolista in Basilicata, le dimissioni del capo di gabinetto di Roma, il caso impresentabili in Sicilia: il Pd allo sbando

I post contro Israele del capolista in Basilicata, le dimissioni del capo di gabinetto di Roma, il caso impresentabili in Sicilia: il Pd allo sbandoilfattoquotidiano.it

Il video delle minacce del capo di gabinetto di Roberto Gualtieri che lo ha costretto alle dimissioni insieme a un neocandidato. Dopo neanche due ore, il caso del capolista in Basilicata accusato di aver scritto sui social (quando non era candidato) messaggi contro Israele e “in solidarietà al popolo palestinese”. Nel mezzo gli infiniti scontri sulle candidature, i paracadutati e i nominati dell’ultimo minuto. Senza dimenticare le mancate primarie, previste da statuto e mai fatte per “mancanza di tempo”. E, solo due settimane fa, l’alleanza con Carlo Calenda naufragata pochi giorni dopo averla annunciata su tutti i media. Nel Partito democratico regna il caos: con il Nazareno costretto continuamente a note di smentita e prese di distanza. Il tutto mentre in Sicilia, il partito locale spinge per tenere in lista quattro impresentabili (di cui uno a processo per corruzione) e nonostante la stessa candidata Caterina Chinnici stia cercando di opporsi.

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Forse, in casa Pd, difficilmente potevano immaginarsi un avvio di campagna elettorale così drammatico. Tra coalizioni fallite e gaffe sui giornali, il clima è sempre peggiore. L’ultimo caso è stato quello del capolista under 35 Raffaele La Regina, tra i nomi fiore all’occhiello per il Partito democratico. A La Regina sono stati contestati due tweet e un meme in cui criticava Israele. Oggi, nel corso di una conferenza stampa al Nazareno, è stato costretto a scusarsi dicendo di aver usato “parole sbagliate” ma di non aver “mai messo in dubbio la legittimità dello stato di Israele e il suo diritto ad esistere”. Letta lo ha ringraziato per delle “parole che

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