“Flare Up” e la libertà nella musica: Adult Matters si racconta in esclusiva

In un periodo che tende a far volgere l’attenzione della stampa principalmente su tutto ciò che genera astio e fa presa sulla rabbia delle persone, in particolar modo al riguardo di Covid e vaccini, abbiamo deciso di dedicarci a qualcosa che di buono, invece, è stato fatto, durante e nonostante l’emergenza.

Luigi Bussotti, in arte Adult Matters, viterbese, 28enne studente dell’Unitus, si è infatti dedicato alla preparazione del suo secondo disco, in uscita il prossimo 2 aprile, e ci ha già omaggiato con un brano in anteprima, My Body.

  1. Benvenuto a questo incontro Luigi e grazie per averci concesso di farti qualche domanda. Presentati pure: dicci chi sei, da quanto fai musica e qual è la motivazione principale che ti spinge a farla.
    Ciao! Grazie a voi! Io sono Luigi e quando suono e faccio cose mi faccio chiamare Adult Matters. La musica ha sempre fatto parte della mia vita ed è sempre stata una presenza costante, una certezza. Direi che dal 2014 circa, ho iniziato a scrivere seriamente canzoni, a suonarle in giro. Da piccolo, a nove, dieci anni, scrivevo dei diari che poi diventavano canzoni, avevano solo melodie vocali.
    Più avanti ho iniziato a suonare la chitarra, e pian piano ho scoperto l’indie rock americano, le chitarre elettriche, le band, le etichette indipendenti, un modo di fare musica così libero, potente.
    Tutto questo mi dava un forte senso di libertà, ribellione. Dalla mia camera io avevo la mia visione, il mio piccolo mondo, avevo già deciso che avrei voluto essere libero come loro, come le band che amavo e che mi tenevo compagnia. La motivazione che mi spinge a suonare è proprio questo senso di libertà, attraverso la musica riesco ad esternare in maniera diretta le mie emozioni (negative, positive). Nella vita reale mi rimane ancora difficile, faccio fatica ad esternare le emozioni e a riconoscerle. Nella musica ogni dubbio, scompare. Per me è una magia, è incredibile, no?
  2. Andiamo al tuo nuovo singolo, My Body. Com’è stata l’esperienza di lavorare e registrare durante la pandemia?
    In realtà “My Body”, il primo singolo estratto da “Flare Up” , l’ho scritta nel 2018 e l’ho registrata nel 2019 con Stefano Frateiacci degli Auden, che ha prodotto tutto il disco. Non c’era il Covid, infatti sono gli ultimi momenti veri, di vera condivisione umana. Registrare questo disco è stato bellissimo, divertente. Stefano mi ha insegnato un sacco di cose che prima non sapevo fare. Per me è un maestro, una persona a cui voglio molto bene. Un punk vero.
  3. È possibile che la tua musica e i tuoi testi abbiano risentito in qualche modo della situazione attuale?
    No, tutte le canzoni di questo disco sono state scritte tra il 2017 e il 2018, vivevo un periodo molto particolare della mia vita. Sono stati degli anni cruciali per me, è come se durante quel periodo, io avessi cambiato pelle. Mi sento più consapevole rispetto a prima, è cambiato anche il mio modo di fare musica, sono cambiato io. Sto diventando adulto, quando ho scritto il primo disco “Endings”, avevo 22 anni, questo l’ho scritto a 26 anni, esce ora che ne ho 28, è tutto diverso. Vorrei crescere ancora, imparare molte più cose, osservare il lavoro degli altri e capire come migliorare, come essere ancora più sincero.
  4. Quali sono state le tue esperienze principali come musica dal vivo? Pensi di organizzare nuovamente qualcosa appena l’emergenza ce lo concederà? Ti manca il palcoscenico?
    Come ti dicevo prima, suono in giro dal 2014. Prima con la mia prima band “Postcard From Young Anne”, una band indie pop con la quale ho suonato per qualche anno e che mi ha portato a vivere delle esperienze molto belle. Poi ho continuato da solo, ho fatto vari concerti per promuovere “Endings”, il mio primo album. Spero di tornare a suonare appena si placherà tutto quello che stiamo vivendo, è importante che tutto si risolva il prima possibile e stare al sicuro. Io non vedo l’ora di suonare dal vivo questo disco nuovo, stiamo preparando i live full band con i miei amici Auden. Farò sicuramente anche dei concerti in solo acustico.
  5. Sono rimasto particolarmente colpito dal video. Dove è stato girato? Perché la scelta di questo luogo?
    Il video è stato girato da Francesco Corti, e lo abbiamo fatto tutto in un giorno in  alcuni luoghi magici e bellissimi della Tuscia, la terra in cui sono nato.  La scelta di alcuni luoghi è casuale, mi sono fatto guidare da Francesco, mentre i luoghi delle ultime scene e quelle iniziali non sono casuali, quelli sono i campi che vedevo dal finestrino della macchina dei miei genitori da piccolo quando tornavamo dalle passeggiate al mare. Il sole era così arancione, che i campi mi sembravano prendere fuoco.
  6. È chiaro che nel testo sia presente una sorta di messaggio politico/sociale. Saresti in grado di esplicitarlo senza ricorrere a metafore? Cosa intendi dire?
    Direi che non c’è un messaggio politico e sociale intenzionale.
    Mi spiego: io in questo disco, in questo album, nel video ho cercato di far trasparire una mia crescita umana. Crescere è qualcosa che appartiene ad ogni essere umano. Mi piacciono i fiori, mi piace la natura, mi piacciono i vestiti, gli occhiali da sole vintage, sto imparando a volermi bene, sto imparando ad accettare tutto di me. Io odio avere un corpo, vorrei essere una nuvola, un albero, un fiore però devo accettare che ho un corpo e devo amarlo, e sto imparando ad accettare che il mio corpo possa sfuggire al mio controllo, e va bene così, non me ne frega niente. Quello col cibo è un rapporto ancora difficile, io vivo il cibo come vivo i sentimenti. Sono un essere umano estremo. Voglio amare, essere amato. Voglio abbracciare tutto. Mi sono aperto completamente alla vita, e aprirsi alla vita significa accettare tutto quello che ci capita, accettare di essere vulnerabili. Non ho paura di mostrare la mia vulnerabilità. In questo disco prende fuoco tutto, in questo disco non ci sono mediazioni. Ci sono canzoni che sono dei messaggi reali che ho mandato a persone reali. Ci sono canzoni che ho scritto per persone che hanno davvero fatto parte della mia vita.
  7. Sei anche studente universitario nell’ambito delle lettere e quindi delle scienze sociali. Ti rivedi in qualche artista, filosofo, scrittore in particolare? C’è qualche movimento o filosofia che ti affascina più di altri?
    Sì, sono laureato in Scienze Umanistiche e attualmente sto frequentando la magistrale in Filologia Moderna. Guarda, sarò molto onesto: no, non ci sono autori in cui mi rivedo. Ci sono tantissime autrici che amo, ovviamente. Soprattutto poetesse. La poesia mi ha sempre affascinato molto.
    Ma i miei miti sono tutte musiciste e musicisti. Mi vengono in mente le Sleater-kinney, Waxahatchee, le Ps. Eliot, Elliott Smith, i Pavemet: loro mi hanno ispirato, io devo tutto a loro.
  8. I nostri lettori sono per la maggior parte privi di un grande bagaglio di conoscenze in merito di musica. Come si chiama il tuo genere? Perché lo hai scelto? Cosa ha di più, nella tua visione, rispetto agli altri?
    Direi che il genere che faccio è indie rock con influenze folk e pop. Non c’è nessuna ricerca specifica, per ora. Quello che scrivo e registro, è quello che so fare con la musica.
  9. Generi particolari come questo hanno grossa difficoltà a emergere, e a essere capiti. Il più delle volte, anzi, sono destinati a rimanere nell’ombra per il grande pubblico. Cosa ne pensi?
    Dipende. Secondo me è tutta una questione di prospettiva. Non ti nascondo che il mio più grande sogno è quello di registrare dischi, scrivere canzoni e fare concerti 100 giorni all’anno. Mi piacerebbe lavorare con la musica perché come vi dicevo prima, è la cosa che più amo fare. Ma vorrei farlo, rimanendo fedele a me stesso.
  10. Una battuta sul tuo secondo disco, Flare Up, in uscita ad aprile?
    Flare Up” uscirà il 2 Aprile 2021 per Coypu Records. E’ un disco che amo tantissimo, è la cosa più bella che io abbia mai fatto nella musica. E’ un disco in cui hanno suonato tanti amici, ho cercato di coinvolgere tutte persone con le quali ho un rapporto umano. Infatti “Flare Up”, non è solo il mio disco, ma è il disco di tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzarlo, che mi hanno sostenuto. Non vedo l’ora di farvelo ascoltare. Grazie mille per la chiacchierata, è stato molto bello! 


    Ascolta il singolo qui: https://smarturl.it/my_body_stream
    Guarda il video ufficiale qui: http://bit.ly/Video_MyBody
    Presskit completo: bit.ly/Presskit_AdultMatters


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    COMUNICATO STAMPA

    My Body è il nuovo singolo dell’artista viterbese Adult Matters, una dolcissima ballata indie rock, spigolosa quanto sincera, che racconta un percorso di accettazione personale, del proprio corpo e del travagliato rapporto con il cibo durante l’adolescenza. Una parabola che nasce autobiografica ma che aspira ad essere universale: un potente messaggio di consapevolezza e accettazione, “perché imparare ad amarsi significa diventare finalmente adulti e liberi”.
    Nel video ufficiale, diretto da Francesco Corti e girato in un solo giorno, ambientazioni bucoliche mostrano alcuni luoghi considerati speciali dall’artista, evocano ricordi d’infanzia, panorami rubati dal finestrino della macchina del padre tornando dal mare. Lunghi prati e campi gialli che prendono fuoco colpiti dal sole, immagini evocative che hanno donato colori nuovi alle canzoni di questo disco, lo stesso colore del mazzo di crisantemi che appare nel video e nell’artwork del disco. Quei fiori sono una dichiarazione d’amore verso sé stessi. My Body è il primo estratto, ma soprattutto la canzone più importante, di Flare Up il suo secondo disco in uscita il 2 aprile 2021 per Coypu Records che ne stamperà una tiratura limitata in CD e Tape già preordinabili qui.

    Adult Matters è il progetto solista del viterbese Luigi Bussotti, un progetto estremamente intimo in cui, come pagine di un diario, ogni canzone descrive esperienze personali vissute senza alcun filtro o finzione. La triste vita di provincia, l’ha portato a scoprire i grandi dischi folk degli anni 70, per poi crescere e dirigersi verso un indie rock confidenziale in cui le chitarre elettriche abbattono le stanze del bedroom pop da cui è partito. Nel 2017, con il precedente pseudonimo di All My Teenage Feelings, esce per l’etichetta indipendente modenese Nervi Cani il suo primo disco Endings. Da quelle prime canzoni a questo nuovo disco ha intrapreso un percorso in cui si è imposto di lasciarsi andare, di aprirsi di più e di lottare contro quel timore per il mondo esterno che non gli permetteva di esprimersi completamente.

    Influenze: Pavement, Built to Spill, Elliott Smith, Sparklehorse, Waxahatchee.
    Credits: Testi e Musica di Luigi Bussotti. Prodotto, Registrato e Mixato da Stefano
    Frateiacci (Auden). Masterizzato da Filippo Strang al VDSS Recording Studio.
    Artwork del disco di Andrea Bennati. Foto di Chiara Ernandes. Rilasciato da Coypu Records.

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