
Eurovita, salvataggio sottovoce. Serve più comunicazione ai risparmiatori
Fatto il salvataggio, bisogna fare la comunicazione. Di questo infatti paiono essersi dimenticati gli artefici del salvataggio di Eurovita
Fatto il salvataggio, bisogna fare la comunicazione. Di questo infatti paiono essersi dimenticati Eurovita, le banche e le compagnie assicurative che hanno siglato l’accordo del 30 giugno scorso. Vediamo i suoi contenuti, le ultime novità e i problemi di comunicazione ai risparmiatori sorti attorno all’accordo.
Cosa prevede l’accordo per il salvataggio di Eurovita
L’accordo è stato siglato tra Eurovita e i vertici delle 5 principali compagnie assicurative italiane (Allianz, Generali, Intesa Vita, Poste Vita e Unipol Sai), le 25 banche distributrici ed alcuni dei principali istituti bancari italiani: Banca Agricola Popolare di Ragusa, Banca di Credito Popolare, Banca di Piacenza, Banca Fideuram, Banca Investis, Banca Popolare dell’Alto Adige, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Sant’Angelo, Banca Profilo, Banco Desio, BNL, Cassa di Risparmio di Volterra, Cassa Lombarda, FinecoBank, Finint Private Bank, Gruppo Banca Monte dei Paschi di Siena, Gruppo BCC Iccrea, Gruppo Cassa Centrale Banca, Gruppo Cassa di Risparmio di Bolzano, Gruppo Credem, Gruppo Credit Agricole, Gruppo Unicredit, Mediobanca, UBS Europe SE – Succursale Italia. L’obiettivo è tutelare i 353 mila sottoscrittori delle polizze Eurovita, collocate
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