Dimostrato per la prima volta il legame diretto tra sonno e Alzheimer: una scarsa qualità del sonno scatena la patologia
I risultati della ricerca condotta sui topi da ricercatori delle università di Torino e Camerino
[8 Marzo 2023]
Lo studio “Sleep fragmentation affects glymphatic system through the different expression of AQP4 in wild type and 5xFAD mouse models”, appena pubblicato su Acta Neuropathologica Communications da un team di ricercatori del il Centro di Medicina del sonno dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e del Neuroscience Institute of Cavalieri Ottolenghi (NICO) del Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università di Torino e cdell’Università di Camerino, dimostra per la prima volta direttamente il legame tra sonno e malattia di Alzheimer.
Lo studio ha esaminato l’effetto di un sonno disturbato in topi geneticamente predisposti alla deposizione di beta-amiloide e all’Università di Torino sottolineano che «La sola frammentazione del sonno ottenuta inducendo brevi risvegli senza modificare il tempo totale del sonno, per un periodo di 1 mese (approssimativamente corrispondente a 3 anni di vita dell’uomo), compromette il funzionamento del sistema glinfatico, fa aumentare il deposito della proteina beta-amiloide e compromette irreversibilmente le funzioni cognitive dell’animale anche se giovane».
I ricercatori italiani
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