Dalla Guinea a Lampedusa, la storia di Michel Ivo Ceresoli: «Sono italiano, mi sono affidato ai trafficanti perché nessuno credeva ai miei documenti»
L'odissea durata nove mesi per arrivare in Italia. «Era mio diritto venire legalmente e invece mi hanno obbligato a viaggiare clandestinamente e a mettere a rischio la vita», racconta
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Un’odissea durata nove mesi. Prima il viaggio dall’Africa via mare, poi la detenzione in un centro. Una storia simile a tante altre, se non fosse che Michel Ivo Ceresoli risulta, per la legge del Belpaese, italiano. Nato da padre italiano e cresciuto in Guinea, Michel decide di partire per la Sicilia alla ricerca della sua famiglia paterna. «Sono nato nel 1990 in Guinea Conakry. Mio padre è un italiano, era il direttore dei lavori della multinazionale Astaldi che stava realizzando strade», racconta a Repubblica. Quando aveva solo sei anni, suo padre lasciò il Paese. «Ci ha abbandonati – racconta -. Questo sangue italiano nelle vene ci ha ostacolato: con ci consideravano guineani puri e venivamo discriminati».
L’iter burocratico e i documenti
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