Cure a spese dei no vax: si può fare?

Franco Battaglia spiega la sua proposta sulle cure da far pagar ai non vaccinati.

Ecco di seguito la risposta alle principali Faq che emergono sulla proposta seguente:

«Ove esista un vaccino che sia valido presidio di prevenzione contro una malattia, coloro che per propria scelta (cioè non per ragioni sanitarie oggettive che suggeriscono la non vaccinazione) rifiutano di vaccinarsi, nel caso contraggano la malattia prevenuta dal vaccino, siano sì amorevolmente curate ma, se non indigenti, sostengano le spese per le cure».

La motivazione della proposta è di evitare che uno Stato che volesse scoraggiare il rifiuto del vaccino adotti misure tipo l’obbligo o, peggio, il barbaro greenpass.

E veniamo alle FAQ.

1) La proposta non è contro l’art. 32 della Costituzione, che garantisce cure a tutti?

NO. La proposta garantisce che tutti siano amorevolmente curati, compresi coloro che avranno rifiutato il vaccino. Solo che costoro, se non indigenti, pagheranno le cure.

2) La proposta non è contro l’art. 32 della Costituzione, che garantisce cure gratuite a tutti?

NO. L’art. 32 della Costituzione garantisce cure gratuite solo «agli indigenti».

3) Con questa proposta non dovrebbe pagarsi le cure anche chi si ammala per aver fumato o, in genere, per aver tenuto comportamenti considerati scorretti?

NO. Intanto, fumare non è vietato. Anzi, a dire il vero, lo Stato lucra sul fumo. Ma la proposta non ha alcuna pretesa morale né pretende giudicare i comportamenti di nessuno, men che meno di chi sceglie di non vaccinarsi. Semplicemente v’è, da un lato, lo Stato che offre ai cittadini, gratuitamente, un presidio sanitario che, presumibilmente, è un, peraltro eccezionalmente semplice, strumento di prevenzione, con nessuna incidenza sulle abitudini e stile di vita; dall’altro v’è chi rifiuta quel presidio. La proposta chiede a chi rifiuta la prevenzione vaccinale, offerta per una specifica malattia, di assumersi la responsabilità della scelta.

4) È vero che questa proposta non ha uguali nel nostro SSN?

NO. In realtà è una circostanza ricorrente e ampiamente adottata. Il SSN, infatti, già rifiuta di pagare le cure conseguenti ad altre libertà di scelta del contribuente. Per esempio, il SSN offre cure e farmaci gratuiti ma, se un paziente desidera curarsi diversamente – per esempio con farmaci omeopatici o, comunque, diversi da quelli che il SSN offre gratuitamente, oppure desidera curarsi in strutture private – il SSN non rimborsa nulla e il paziente deve pagare da sé.

5) Se il vaccinato si ammala, allora anch’egli deve pagare le cure?

NO. Chi si è vaccinato ha agito per evitare, per quanto in suo potere, il grave decorso della malattia, se non la malattia stessa. Chi non si vaccina, invece, ha scelto di rifiutare una semplice e valida prevenzione che il SSN gli aveva offerto gratuitamente.

6) Con questa proposta potrei legittimamente pretendere la restituzione delle tasse pagate per sostenere il SSN?

NO. La proposta è limitata alla sola malattia contro la quale si è protetti dal vaccino che si è rifiutato. Il SSN garantisce cure gratuite per tutte le altre malattie.

7) E se avessi danni per il vaccino?

In questo caso la proposta prevede il risarcimento per quei danni, da parte dello Stato e/o dall’azienda produttrice. La circostanza esiste già.

8) E se, nonostante il vaccino, mi ammalassi della malattia contro la quale il vaccino avrebbe dovuto proteggermi?

In questo caso saresti curato gratuitamente, come se non esistesse alcun vaccino.

9) Ma la proposta non avrebbe senso solo se ci fosse l’obbligo alla vaccinazione?

NO. Al contrario, la proposta ha senso solo in assenza di obbligo: in presenza di obbligo non ha senso parlare di non vaccinati “per scelta” perché questi non esisterebbero, giacché l’obbligo inibisce ogni scelta. Chi non ottemperasse a un eventuale obbligo – come per ogni obbligo – sarebbe sanzionato. Lo scopo della proposta è proprio evitare l’obbligo.

10) Ma allora non sarebbe meglio l’obbligo?

DIPENDE. Se avere una popolazione vaccinata evitasse la malattia a quei soggetti che non possono vaccinarsi, allora l’obbligo sarebbe giustificato. Ma per vaccini come quelli contro il tetano (la cui malattia non è contagiosa) o contro il covid (ove anche i vaccinati possono essere contagiosi), allora l’obbligo non sarebbe giustificato, e la proposta dà maggiore libertà di scelta.

11) Che senso ha la proposta se un vaccino non funziona?

NESSUNO. La proposta ha senso solo se il vaccino funziona, cioè se riduce significativamente (non necessariamente al 100%, perché nessun farmaco funziona al 100%) la diffusione dei sintomi gravi o fatali della malattia.

12) Forse la proposta avrebbe senso solo in un sistema sanitario privato. In un SSN pubblico non sarebbe forse illegittima?

NO. Qualunque sia il sistema sanitario, pubblico o privato, la proposta è valida. In un sistema sanitario gestito da assicurazioni private, queste chiedono con quali vaccini l’assistito è coperto. Per esempio, se uno non ha fatto l’antitetanica, l’assicurazione applica un premio più alto se l’assistito vuole essere coperto contro il tetano. Parimenti, in un SSN pubblico, nessuno vieta al non vaccinato di stipulare un’assicurazione privata per la malattia contro la quale ha scelto di non vaccinarsi: in ogni caso, il SSN verrebbe rimborsato.

13) Ma così non sembra che tutto si stia riducendo ad una questione di denaro?

SÌ E NO. Vaccinarsi non è – come qualcuno sostiene – un dovere civico o, peggio, morale. Non è che chi si vaccina è “buono” e chi non si vaccina è “cattivo”. Il fatto è che ­ – se prendiamo ad esempio il caso del Covid – esso ha comportato un’occupazione esagerata dei posti d’ospedale, che sono necessariamente limitati. Ogni 10.000 abitanti, nel nostro Paese (come in molti in Europa) ne abbiamo 32, in Germania ve ne sono 80 e in Sud Corea 123. In ogni caso, il numero è limitato. Il rimborso delle spese – da parte del paziente stesso o dalla sua assicurazione – darebbe risorse a tutto vantaggio di quei malati che, non avendo la fortuna di avere un vaccino per la loro malattia, si vedono occupare posti d’ospedale da chi avrebbe potuto benissimo evitare la malattia se solo non avesse scelto di rifiutare il vaccino. Allora, prima che di denaro, è questione innanzitutto di salute: in particolare della salute di tutti coloro che, avendo malattie diverse da quelle dell’emergenza, sono stati per questo trascurati.

14) La proposta è compatibile col grenpass per il covid?

NO. Il greenpass è una barbarie che andrebbe cancellata. Il greenpass agisce sulle persone, e arreca loro danno, presumendole a priori contagiose. La proposta nuoce solo a chi si è ammalato avendo rifiutato, per scelta, il presidio di prevenzione, addebitandogli le spese delle cure di una malattia che avrebbe potuto evitare se solo non avesse rifiutato il vaccino offertogli. La proposta, quindi, evita il greenpass.

15) La proposta è compatibile con l’obbligo vaccinale?

NO. La proposta evita anche l’obbligo. Quest’ultimo andrebbe riservato solo per quei casi ove la diffusione del vaccino inibisce la diffusione dei contagi.

16) Ma non si potrebbe lasciare ognuno far quel che gli pare?

NO. L’art. 32 della Costituzione recita, tra le altre cose, che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale interesse della collettività». È massimo interesse della collettività che in presenza di malattia contagiosa i contagi siano limitati con tutti i mezzi disponibili. E – recita la Costituzione – deve farlo senza «in nessun caso violare i limiti del rispetto della persona umana». Pretendere il pagamento delle cure da chi, avendo rifiutato il vaccino, si ammala, non sembra violare alcun «limite del rispetto della persona umana». Limite che invece è violato dal greenpass, che presume il non vaccinato come un contagioso a priori, con l’aggravante di presumere a priori non contagioso il vaccinato.

Franco Battaglia, 14 novembre 2021

Fonte: Nicola Porro.it

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