Covid in Italia, salgono le reinfezioni

Covid in Italia, salgono le reinfezioniunionesarda.it

Dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi di reinfezione, pari al 4% del totale dei casi notificati, e nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è salita al 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando era al 6,3%.

Lo si legge nel Report esteso settimanale che integra il Monitoraggio Covid Iss-Ministero della Salute. Più a rischio i non vaccinati, le donne, i sanitari e chi è stato immunizzato da più di 120 giorni (qui l’ultimo bollettino in Sardegna, qui l’ultimo bollettino nazionale).

“Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare“, si legge nel Report. Più esposte anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni.

L’efficacia del vaccino anti-Covid nel prevenire casi di malattia severa resta alta: è del 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% in chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, per arrivare all’87% nei vaccinati con booster.

“Stiamo giocando una partita, siamo in vantaggio ma non è il novantesimo. Non dobbiamo abbassare la guardia”, sintetizza il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, spiegando che “a fronte di tantissimi infettati o reinfettati, l’impatto ospedaliero e i casi di morte sono limitati. Insomma, conviviamo con il virus, grazie alla copertura immunitaria; la campagna vaccinale ha registrato una adesione del 90 per cento, è un atto di fiducia da parte dei cittadini, e per questo ci guardano anche dall’estero. Una quota limitata di persone” non si è vaccinata.

In merito a una eventuale quarta dose, Brusaferro ha detto che la situazione sarà “valutata appena avremo i dati. L’Italia insieme con Stati Uniti, Francia, Germania è tra i Paesi più avanzati nel raccogliere i dati. Ci sono sperimentazioni in corso – ha aggiunto – Occorre proteggere i più fragili, sono coloro che pagano il prezzo più alto”.

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