Covid, ci si sposterà col certificato: il pass arriverà tra più di un mese

Due le opzioni, una card o una app. Tre le condizioni per averlo: vaccino, tampone o la guarigione dal Covid.
ROMA – Servirà a muoversi tra Regioni di colore diverso, oppure a partecipare ad eventi allo stadio o a concerti. Ecco il “pass”, l’idea del governo – annunciata dal premier Mario Draghi e dal ministro della Salute Roberto Speranza – per certificare che un cittadino non è veicolo di contagio e può spostarsi in sicurezza. Un progetto di cui si parla da tempo, ma che deve fare i conti con la difficoltà di incrociare i dati sanitari di decine di milioni di persone, facendoli confluire in un’unica piattaforma in modo celere. Per questo, è probabile che la scheda non sia utilizzabile prima di giugno. E d’altra parte per le stesse difficoltà l’Europa farà slittare il varo del “pass” comunitario da giugno a luglio.
Ma come funziona il meccanismo? Se ne discute in queste ore nell’esecutivo. Ci sono due opzioni sul tavolo: una card, una scheda, oppure una app con un codice Qr da esibire o da stampare. La prima potrebbe risultare di più semplice utilizzo per i più anziani, la seconda più comoda per il resto della popolazione. Sarà in grado di registrare le tre opzioni che “liberano” il cittadino dal blocco della circolazione tra Regioni di colore diverso: un tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti, una vaccinazione, una guarigione dal virus nei sei mesi precedenti. Il nodo è come far confluire tutti i dati in un unico “pass”.
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L’idea è sfruttare la piattaforma di Poste, già utilizzata per la vaccinazione in diversi territori. Toccherà alle Regioni che gestiscono la campagna vaccinale, ai medici curanti che certificano una guarigione e alle farmacie che effettuano i tamponi interfacciarsi con il sistema di raccolta unico delle informazioni, possibilmente in modo automatico attraverso la tessera sanitaria. E anche per ritirare la scheda si immagina un’organizzazione capillare, sfruttando farmacie, uffici postali, studi medici, Asl.
Ci vorranno settimane, come detto. Non mancheranno le polemiche di chi non vuole limitazioni legate a ragioni sanitarie. Servirà il via libera del Garante della Privacy. Il Cts dovrà esprimersi sui criteri per rendere “liberi” gli spostamenti. Nel frattempo, il prossimo decreto dovrebbe consentire comunque la mobilità tra Regioni di colore diverso, previa esibizione dei certificati che attestano una delle tre condizioni di sicurezza. Non è detto però che questa possibilità sia introdotta fin dal 26 aprile, anche se il governo proverà a fare in fretta per permettere i movimenti extraregionali dal primo giorno di entrata in vigore delle nuove regole.

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