Così batteri e piante autoctone rigenerano i terreni contaminati da metalli pesanti in Sardegna

In Sardegna, tra le colline dell’ex sito minerario di Ingurtosu, si sperimenta una bonifica del tutto naturale: protagonisti sono batteri “buoni” e piante autoctone, alleati insospettabili nella lotta contro l’inquinamento da metalli pesanti. È il cuore di una delle azioni del progetto RETURN, iniziativa nazionale finanziata dal PNRR che coinvolge 26 partner tra enti pubblici,...

Nel progetto RETURN, ENEA e Università di Cagliari sperimentano a Ingurtosu un modello di bonifica sostenibile dei suoli contaminati da metalli pesanti, grazie all’impiego di batteri nativi e piante spontanee come l’Elicriso

Riccardo Liguori

25 Giugno 2025

@ENEA

In Sardegna, tra le colline dell’ex sito minerario di Ingurtosu, si sperimenta una bonifica del tutto naturale: protagonisti sono batteri “buoni” e piante autoctone, alleati insospettabili nella lotta contro l’inquinamento da metalli pesanti. È il cuore di una delle azioni del progetto RETURN, iniziativa nazionale finanziata dal PNRR che coinvolge 26 partner tra enti pubblici, università e centri di ricerca, coordinati anche da ENEA.

L’area, oggi parte del Parco Geominerario storico e ambientale patrocinato dall’UNESCO, porta ancora le cicatrici delle intense attività estrattive del passato, interrotte solo nella seconda metà del Novecento. Qui, piombo e zinco hanno contaminato suoli e sedimenti, rendendo difficile qualsiasi tentativo di recupero agricolo o ambientale.

“Le attività legate all’estrazione mineraria hanno causato un significativo degrado ambientale nell’area di Ingurtosu che è


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