Un grande successo con il brillante attore Patrizio Pelizzi tra i protagonisti dello spettacolo musicale-teatrale “Canzoni d’Amore tra Racconti di guerra” in Abruzzo
L’ultima sua denuncia a colpi di stencil risalirebbe a qualche giorno fa, sulla parete di un edificio semidistrutto dai bombardamenti a Borodyanka, insediamento urbano nell' oblast di Kiev. Un bimbo judoka, che farebbe pensare all’Ucraina, stende al tappeto un adulto, con un richiamo a Putin, sospeso da presidente onorario della federazione internazionale di Judo. Mentre lo strale di Banksy raggiunge anche le strade dell’Ucraina, la voce dello street artist senza volto si unisce al coro dei colleghi controcorrente che si incontrano a Bologna in occasione di una mostra dedicata alle opere più provocatorie, anticonformiste e rivoluzionarie del nostro tempo. Dall’11 novembre al 7 maggio gli enfants terribles dell’arte, Jago, Banksy e TvBoy, si danno appuntamento a Palazzo Albergati per raccontare, attraverso 60 capolavori, alcune delle storie più trasgressive della public art italiana e internazionale, attraverso un dialogo tra il misterioso artista inglese e altri influenti colleghi italiani del momento. Seguendo il filo della provocazione, la mostra Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente si presenta come una monografica delle opere più significative di ciascun protagonista. Così Girl with Baloon e Bomb Love di Banksy ammiccano all’ Apparato circolatorio e a Memoria di sé di Jago per cedere alla serie dei baci e a quella degli eroi di TvBoy. Banksy, Bomb Love, Litografia, 50 x 70 cm, 2003, Pop House GalleryA dialogare con i tre sono quegli artisti che da Jago, Banksy e TvBoy hanno preso spunto, o che semplicemente si inseriscono nel percorso “controcorrente” che li caratterizza. C’è Obey - in mostra con il celebre manifesto Hope, realizzato nel 2008 per sostenere la campagna presidenziale di Barak Obama - e c’è Ravo con La ragazza con l’orecchino di perla e poi Laika con il suo celeberrimo Not this “game” fino a Pau con la sua serie delle Santa Suerte. Un dialogo suddiviso in quattro sezioni invita il pubblico a cogliere corrispondenze, orientamenti e tendenze legate all’arte e alla street art europea. Si parte con Jago, classe 1987, il primo artista a inviare una scultura in marmo, The First Baby, sulla Stazione Spaziale Internazionale, per proseguire, nella seconda sezione, con Banksy. Il terrorismo, i crimini di guerra, la crisi economica, il bullismo, gli abusi sul lavoro si insinuano nelle sue figure con disincantato umorismo trasformando muri, pareti, scale, angoli di strade anonime in spazi di riflessione. Andrea Ravo Mattoni, Vermeer, La ragazza con l'orecchino di perla, Spray su tela , 100 x 100 cm, 2022, Pop House GallerySalvatore Benintende, in arte TvBoy, cresciuto a Milano, sangue siciliano, trasferitosi a Barcellona per amore, è al centro della terza sezione del percorso con i suoi baci ideali tra icone contemporanee e un linguaggio che fruga nel bombardamento televisivo subito dalla sua generazione e dal quale TVBOY, giocando su questo concetto fin dal nome, ci invita a smarcarci. Dalla produzione continua, esagerata, famelica di TVBOY la mostra ci proietta nella quarta sezione, tra i graffiti di Andrea Ravo Mattoni che animano i capolavori immortali dell’arte moderna normalmente esposti nei musei. TvBoy, Hope, Tecnica mista su tela, 146 x 144 cm, 2022 Pop Ho use GalleryIl muro, massima espressione della Street Art, con i cartelli stradali e le staccionate in legno, è al centro dei lavori di Thierry Guetta, alias Mr Brainwash, mentre un forte legame con la materia caratterizza le figure di Pau, in bilico tra sacro e profano. Una visione disincantata e ironica connota il linguaggio di Laika, artista sincronicamente indipendente, misteriosa e libera, con i suoi effimeri tableau vivant. L’ultimo messaggio è affidato a Hope, speranza appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey e che ha reso memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Sono emersi dall’acqua calda della sorgente termo-minerale del Bagno Grande a San Casciano (Siena) dopo 2300 anni, restituendo i volti delle divinità venerate nel luogo sacro, assieme alle rappresentazioni degli organi e delle parti anatomiche, dalle mani ai polmoni, per i quali i devoti richiedevano l’intervento curativo della divinità attraverso l'acqua sacra.Il fango caldo ha protetto e restituito le effigi rassicuranti di Igea, dea della salute, e di Apollo, protettore delle arti mediche, e ancora insoliti ritratti accompagnati da iscrizioni che svelano talvolta nomi di inedite divinità oltre al motivo per il quale si chiedeva la grazia concedendo il bronzo in offerta.Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della CulturaÈ il sorprendente bilancio della straordinaria scoperta che ha visto riemergere dalle falde dei secoli 24 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, accanto a ex voto, oggetti della ritualità quotidiana e a cinquemila monete in oro, bronzo, argento. La maggior parte di questi capolavori dell’antichità si colloca tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica che assiste alla fine della tradizione etrusca e al passaggio dal mondo etrusco a quello romano. A conferma di questo momento di transizione vissuto da una società ancora bilingue, in procinto di aprirsi verso un Mediterraneo che stava diventando progressivamente romano, sono le iscrizioni (ancora ben visibili) in etrusco e contemporaneamente in latino con i nomi di potenti famiglie del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. In quest’epoca di accesi contrasti tra Roma e le città etrusche, guerre sociali e lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, il santuario del Bagno Grande rappresentava un’oasi di pace, caratterizzato da un contesto multiculturale e plurilinguistico unico. Qui le nobili famiglie etrusche scelsero di dedicare le statue all’acqua sacra. Ecco perché la scoperta dei bronzi a San Casciano dei Bagni diventa un’occasione unica per riscrivere la dialettica tra etruschi e romani. Una delle 24 statue in bronzo rinvenute nel corso dello scavo a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della CulturaEd eccoli i bronzi arrivare fino a noi, rinvenuti nel corso della campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale. Iniziato nel 2019, lo scavo, promosso dal ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del professore Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre. Una scoperta straordinaria che, come ha spiegato Tabolli, “riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo". Così, 50 anni dopo la scoperta dei Bronzi Riace, avvenuta nel 1972, la storia dell’antica statuaria in bronzo, questa volta di età etrusca e romana, torna a scriversi nel piccolo centro toscano che accoglie adesso il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo. E la scoperta risulta ancora più straordinaria se si considera che finora, di questa epoca, si conoscevano prevalentemente statue in terracotta. Alcuni dei bronzi rinvenuti nel corso dello scavo a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura“È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta il direttore generale Musei, Massimo Osanna, che ha appena approvato l'acquisto del palazzo cinquecentesco che accoglierà, nel borgo di San Casciano, le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un nuovo museo al quale andrà in futuro ad aggiungersi un vero e proprio parco archeologico. Infatti, come ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”. Due teste in bronzo rinvenute nel corso dello scavo a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della CulturaIl metodo usato in questo scavo è il frutto della collaborazione tra specialisti di diverse discipline, dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica. “La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre - commenta il direttore di scavo, Emanuele Mariotti - ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati. Bisogna notare come l’eccezionalità del contesto non derivi solo dalle stratigrafie fangose ma intatte all’interno della vasca, così ricche di tesori d’arte e numismatici, ma anche dall’architettura con cui fu concepito, in epoca primo-imperiale, il cuore del santuario, destinato a raccogliere le potenti acque calde della sorgente, oggi del Bagno Grande”. La scoperta è frutto di un lavoro di sinergia tra istituzioni che ha visto al centro la Soprintendenza per le povince di Siena e Grosseto, l’Università di Siena, e il Comune di San Casciano dei Bagni.Una delle statue in bronzo rinvenute nel corso dello scavo a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
Con la sua esistenza inquieta, la pennellata sciolta, lo spirito d’avventura affine a quello dell’impetuoso Caravaggio, Parmigianino concepì figure monumentali imbevute da risvolti psicologici, al centro di una pittura folgorante. L’eccentrico pittore ossessionato dal disegno, artista trasversale che riuscì a conferire ai volti l’intensità degli sguardi femminili di Goya e la posa fotografica della pittura più tarda sarà il grande protagonista della settimana sul piccolo schermo. Da Goya e Degas ai misteri della Daunia, terra lontana dalle rotte più turistiche, battuta con passione dall’archeologo Andrea Angelucci, ecco qualche appuntamento da non perdere in tv nella settimana appena cominciata.Edgar Degas, Autoritratto con Evariste de Valernes, 1864, Parigi, Musée d’OrsaySu Sky Arte Parmigianino e Goya Descritto dagli amici come un uomo brillante in grado di suscitare allegria, ma anche terrore, in chi gli stava accanto, Edgar Degas era noto per l’ossessiva rielaborazione delle sue opere. Una mania che, in molte occasioni, lo spinse persino a chiedere ai committenti di riavere indietro i suoi quadri per poterli ulteriormente ritoccare anche dopo averli consegnati. Riscopriamo questo artista grazie al docufilm Degas-Passione e perfezione, in onda mercoledì 9 novembre alle 12.50 su Sky Arte, una galoppata artistica tra cavalli e fantini, ballerine, nudi di donne colte in attività quotidiane, e ancora opere in cera “dalla terribile realtà”. Su tutto la ricerca del movimento e l’intento ossessivo di cogliere l’istantaneità del presente. Giovedì 10 novembre alle 21.15 una prima visione ci guida invece nella seconda stagione di Sky dedicata ai Grandi maestri della pittura. Ci addentriamo così nell’affascinante universo di Parmigianino, una delle personalità più interessanti e dirompenti del Cinquecento italiano. Anticlassico per definizione, Girolamo Francesco Maria Mazzola, punto di riferimento per tutti quegli artisti che, nel Cinquecento, cercano nuovi codici e una maniera alternativa di dipingere, si racconta sul piccolo schermo attraverso Paolo Cova, docente di Storia dell’arte, e Marcella Culatti, storica dell’arte. Preparatevi a un viaggio tra gli affreschi della prima e seconda cappella di sinistra di San Giovanni Evangelista a Parma, tra quelli a Rocca Sanvitale (Fontanellato) e tra i diversi ritratti ed autoritratti dell’artista. Venerdì 11 novembre raggiungiamo idealmente le sale della National Gallery di Londra per riscoprire l’acclamata mostra Goya: the Portraits, guidati dal primo curatore Xavier Bray. Il film di David Bickerstaff, Goya - Visioni di carne e sangue svela la vita drammatica e l'arte straordinaria del maestro spagnolo restituendo al pubblico un ritratto avvincente del pittore attraverso opinioni di esperti internazionali, capolavori tratti da collezioni di fama mondiale e visite ai luoghi in cui l'artista visse e lavorò. Il film schiude inoltre le porte del Museo Nazionale del Prado a Madrid, scrigno di una serie di importanti opere come La famiglia di Carlo IV, fornendo un raro accesso al “Notebook italiano” di Goya, uno sketchbook realizzato in Italia tra il 1769-1771, che mette gli spettatori a tu per tu con le riflessioni più intime dell'artista spagnolo.Francisco Goya, Il Duca di Wellington, 1812-14, Olio su mogano, 64.3 x 52.4 cm, Londra, National Gallery Su Rai 5 tra i misteri della Daunia Il mercoledì di Rai 5 fa rima con Art Rider. Il 9 novembre alle 21.15 la terza puntata del format alla ricerca dei luoghi d’arte meno conosciuti d’Italia, condotta dal giovane e dinamico archeologo Andrea Angelucci, una produzione GA&A Productions, in collaborazione con Rai Cultura, ci accompagna da Manfredonia a Venosa. Andrea schiuderà agli spettatori le porte della Daunia, una zona che si estende dalla Puglia fino ad arrivare al confine con la Basilicata e la Campania, terra misteriosa, lontana dalle rotte più turistiche. Su Arte tv Albrecht Dürer e il mistero degli autoritratti Pittore dal talento precoce, Albrecht Dürer nasceva nel 1471 a Norimberga, "cuore" del Sacro Romano Impero. All'età di 13 anni, con l’aiuto di uno specchio convesso, eseguiva il primo autoritratto, a 15 lasciava il laboratorio orafo del padre per entrare nello studio del pittore Michael Wolgemut. Con in tasca la passione per l'incisione, tecnica sviluppata cinquant'anni prima e che favorirà la diffusione delle sue opere, l’artista fece lunghi soggiorni a Basilea e a Venezia, occasioni che gli permisero di studiare la prospettiva e i maestri del Quattrocento. Albrecht Dürer: il mistero degli autoritratti, in onda su Arte tv è un viaggio attraverso 12 autoritratti che ripercorrono la carriera del pittore tedesco celebrandone il genio.Albrecht Dürer Ritratto a mezzo busto di una giovane veneziana, 1505, olio su tavola, cm. 32,5x24,2. Prestatore: Vienna, Kunsthistorisches Museum