Carta (non) canta. Le sanzioni che paralizzano le banche russe

Al Cremlino speravano che non succedesse per davvero. Invece la paura si è trasformata in realtà. Le carte di pagamento emesse da istituti di credito russi sono prossime a un blocco planetario. E ci sono una serie di e-mail a provarlo. Questo significa che qualunque transazione potrebbe essere presto impossibile, tagliando fuori dalla vita quotidiana […]

Al Cremlino speravano che non succedesse per davvero. Invece la paura si è trasformata in realtà. Le carte di pagamento emesse da istituti di credito russi sono prossime a un blocco planetario. E ci sono una serie di e-mail a provarlo. Questo significa che qualunque transazione potrebbe essere presto impossibile, tagliando fuori dalla vita quotidiana imprenditori, famiglie, semplici cittadini che si trovano all’estero e i cui risparmi sono disponibili solo con carte riconducibili a istituti della Federazione.

La prova è nell’avvertimento lanciato dalle medesime banche della Russia nel corso del fine settimana, ai titolari di carte di credito e debito: le recenti sanzioni di Stati Uniti e Regno Unito potrebbero far sì che le schede smettano di funzionare all’estero. Le e-mail di più banche russe che esortavano i propri clienti a prelevare denaro dai conti collegati alle carte a marchio Union Pay (la società cinese che ha tentato di sostituirsi ai circuiti occidentali, come lo Swift) hanno cominciato a fioccare poche ore dopo che Stati Uniti e Regno Unito hanno implementato le proprie sanzioni.

Per esempio, autorizzando


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