redazione2

redazione2

Efficienza energetica, ristrutturare gli edifici è importante per lavoro e imprese quanto per il clima

efficienza energetica edifici case ue

Dopo il primo via libera ricevuto dalla Commissione Itre dell’Europarlamento lo scorso 9 febbraio, la nuova direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici è attesa alla prova della plenaria la prossima settimana.
Nonostante le resistenze manifestate dal Governo italiano, si tratta di un terreno dove ambientalisti e mondo dell’industria possono trovare convergenze comuni, come mostra plasticamente il focus odierno realizzato sul tema dal Kyoto club insieme a Daikin.
«Vogliamo dare una modesta risposta alla dilagante disinformazione che vediamo quotidianamente su programmi, giornali, riviste e social media – dichiara Antonio Bongiorno, marketing general manager di Daikin air conditioning Italy – Ad esempio si dice che l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento tramite pompe di calore consegnerebbe questo business ai produttori extra-europei, quando in realtà l’industria delle pompe di calore e delle altre tecnologie rinnovabili può ormai definirsi a pieno diritto europea».
Più in generale, adottando la proposta di direttiva ci sarebbero – argomentano dal Kyoto club – considerevoli vantaggi per il nostro paese; innanzi tutto diventeremmo meno dipendenti dai combustibili fossili, per lo più acquistati e importati da paesi dal fragile equilibrio politico-sociale (in Italia si consumano oltre 32 miliardi di m3 di gas per riscaldare le nostre abitazioni).
Ci sarebbe poi un innegabile vantaggio per le imprese italiane del settore della climatizzazione: con un piano ben definito e di lungo termine, esse potranno investire con maggior fiducia in ricerca, sviluppo e produzione di prodotti e dispositivi meno inquinanti e più efficienti, mantenendo così quella posizione di eccellenza a loro riconosciuta a livello mondiale.
Non vanno infine dimenticate le famiglie: per quelle di oggi, arriverebbe un importante aiuto contro il caro bollette ed al contempo vedrebbero valorizzarsi il proprio patrimonio immobiliare (la casa è sempre più il principale bene di rifugio degli italiani); le famiglie di domani si alleggerirebbero invece di una parte dei tanti debiti ambientali che la nostra e le passate generazioni hanno accumulato.
Non vanno inoltre dimenticate le ricadute indirette. Secondo quanto riportato dalla Lettera di imprese e investitori sulla Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici dell’European alliance to save energy (Eu-Ase) affrontare il problema dell'inefficienza del patrimonio edilizio dell'Ue può anche essere uno stimolo positivo alla crescita: per ogni milione di euro investito nella ristrutturazione energetica degli edifici, vengono creati in media 18 posti di lavoro locali e a lungo termine.
Recenti modelli economici dimostrano inoltre che il rinnovamento del parco edilizio europeo con misure di efficienza energetica come l'isolamento termico, l'allacciamento a efficienti sistemi di teleriscaldamento e raffreddamento efficienti e l'elettrificazione della fornitura di riscaldamento con pompe di calore contribuirà a creare 1,2 milioni di posti di lavoro netti in più e un aumento del Pil dell'1% entro il 2050.
«Il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo totale dell’energia e del 36% delle emissioni a effetto serra nell’Ue. Nel 2020, circa 36 milioni di europei non sono stati in grado di mantenere le loro case al caldo a causa di redditi bassi, spese energetiche elevate e scarsa efficienza degli impianti e degli edifici. Numeri che – argomenta il direttore del Kyoto club, Sergio Andreis – potrebbero aumentare sensibilmente a causa della crisi energetica in atto. È necessario che l’Unione europea predisponga una legislazione chiave nell’ambito del pacchetto Fit for 55 per decarbonizzare il settore, migliorare le prestazioni del costruito favorendone la trasformazione digitale e abbattere la povertà energetica. Esortiamo pertanto l'Aula, e in particolare gli eurodeputati italiani, ad assumere una posizione saggia e a dare il proprio voto favorevole in occasione della sessione plenaria prevista per i prossimi 13-16 marzo».
L'articolo Efficienza energetica, ristrutturare gli edifici è importante per lavoro e imprese quanto per il clima sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

I bombi imparano nuove tendenze comportamentali osservando e imparando dagli altri

I bombi imparano nuove tendenze

Lo studio “Bumblebees acquire alternative puzzle-box solutions via social learning”, pubblicato su PLOS Biology da un team di ricercayori della Queen Mary University di Londra, dimostra che l'apprendimento sociale porta i bombi asd assumere nuovi comportamenti, anche per quel che riguarda il procurarsi il cibo.
Per stabilirlo, i ricercatori hanno realizzato una serie di esperimenti progettando  una scatola di puzzle a due opzioni che potrebbe essere aperta spingendo una linguetta rossa in senso orario o una linguetta blu in senso antiorario per rivelare una ricompensaUna soluzione di saccarosio al 50%.
I bombi "dimostratori" sono stati addestrati a utilizzare le linguette rosse o blu, mentre i bombi "osservatori" guardavano. Quando è stato il turno degli osservatori di risolvere il puzzle, hanno scelto a grandissima maggioranza di  utilizzare lo stesso metodo che avevano visto funzionare, anche dopo aver scoperto l'opzione alternativa. I ricercatori evidenziano che «Questa preferenza per l'opzione insegnata è stata mantenuta da intere colonie di bombi, con una media del 98,6% di aperture di scatole effettuate con il metodo insegnato».
L'importanza dell'apprendimento sociale per l'acquisizione di soluzioni di puzzle box è stata dimostrata anche attraverso il gruppo di controllo, che mancava di un dimostratore. Alla Queen Mary University  spiegano che «In questo gruppo, alcuni bombi sono riusciti ad aprire le scatole - puzzle, ma lo hanno fatto molte meno volte rispetto a quelle che avevano  tratto vantaggio dal vedere prima farlo a un altro bombo. Il numero medio di scatole aperte in una giornata dai bombi osservatori che avevano prima osservato una dimostratrice è stato di 28 al giorno, mentre per la colonia di controllo è stata di solo una.
In un ulteriore esperimento, i ricercatori hanno inserito dimostratori "blu" e "rossi" nelle stesse popolazioni di bombi. Nella prima popolazione, il 97,3% dei 263 casi di apertura di scatole da parte degli osservatori entro il 12esimo giorno ha utilizzato il metodo rosso. Nella seconda popolazione, gli osservatori hanno preferito il metodo blu al rosso in tutti i giorni tranne uno. «In entrambi i casi . fanno notare i ricercatori – questo ha dimostrato in primo luogo come una tendenza comportamentale potrebbe emergere in una popolazione, per la maggior parte, a causa del ritiro dei bombi esperti dal foraggiamento e dell'arrivo di nuovi apprendisti, piuttosto che delle api che cambiano il loro comportamento preferito».
Risultati simili con esperimenti simili sono stati utilizzati in specie come primati e uccelli per capire se, come gli esseri umani, sono capaci di tramandare una cultura. Gli scienziati britannici sottolineano che «Se anche i bombi sono capaci di questo, ciò potrebbe potenzialmente spiegare l'origine evolutiva di molti dei complessi comportamenti osservati tra gli insetti sociali. Potrebbe essere possibile che ciò che ora appare istintivo possa essere stato socialmente appreso, almeno in origine».
L’autrice principale dello studio, Alice Bridges, ha evidenziato che «I bombi  e, in effetti, gli invertebrati in generale, non sono noti per mostrare fenomeni simili alla cultura in natura. Tuttavia, nei nostri esperimenti, abbiamo visto la diffusione e il mantenimento di una "tendenza" comportamentale in gruppi di bombi, simile a quanto osservato nei primati e negli uccelli. I repertori comportamentali di insetti sociali come questi bombi sono tra i più intricati del pianeta, ma si pensa che la maggior parte di essi sia ancora istintiva. La nostra ricerca suggerisce che l'apprendimento sociale potrebbe aver avuto un'influenza maggiore sull'evoluzione di questo comportamento di quanto immaginato in precedenza».
Lars Chittka, professore di ecologia sensoriale e comportamentale alla Queen Mary University di Londra e autore del libro "The Mind of a Bee", conclude: «Il fatto che le api possano osservare e imparare, e quindi prendere l'abitudine di quel comportamento, aggiunge al numero sempre crescente di prove che sono creature molto più intelligenti di quanto molte persone credano. Tendiamo a trascurare le “civiltà aliene” formate da api, formiche e vespe sul nostro pianeta,  perché sono piccole e perché, a prima vista, le loro società e costruzioni architettoniche sembrano governate dall'istinto. Tuttavia, la nostra ricerca dimostra che le nuove innovazioni possono diffondersi come i meme dei social media attraverso le colonie di insetti, indicando che possono rispondere a sfide ambientali completamente nuove molto più velocemente rispetto ai cambiamenti evolutivi, che richiederebbero molte generazioni per manifestarsi».
L'articolo I bombi imparano nuove tendenze comportamentali osservando e imparando dagli altri sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Efficienza energetica, raggiunto in Ue un primo accordo sulla revisione della direttiva

efficienza energetica europarlamento

Il Consiglio e il Parlamento europei hanno raggiunto oggi un accordo politico provvisorio in merito alla revisione della direttiva sull’efficienza energetica, introducendo un obiettivo vincolante al 2030 di riduzione dei consumi finali pari ad almeno l’11,7% in più rispetto alle previsioni del 2020.
Questo comporta un limite massimo al consumo energetico finale dell'Ue pari a 763 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) e di 993 Mtep per il consumo primario (dato che oltre all’energia consumata dagli utenti finali, ricomprende anche quella utilizzata per produrre e fornire energia).
Affinché questi target diventino certi, è necessario attendere l’approvazione formale dell’accordo da parte del Consiglio e Parlamento europei, necessari prima di arrivare alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
L’accordo provvisorio rappresenta comunque un passo avanti rispetto all’attuale versione della direttiva sull’efficienza energetica, in vigore dal 2018, che fissa l’obiettivo di ridurre il consumo di energia primaria e finale del 32,5% entro il 2030, rispetto alle previsioni del 2007.
«Siamo riusciti a spingere gli Stati membri verso obiettivi di efficienza energetica molto più ambiziosi – dichiara il relatore dell’Europarlamento, il danese Niels Fuglsang – È un accordo positivo non solo per il nostro clima, ma anche negativo per Putin. Per la prima volta in assoluto, abbiamo un obiettivo per il consumo di energia che gli Stati membri sono obbligati a rispettare».
Tutti i Paesi Ue, Italia compresa, sono infatti chiamati a dettagliare come intendono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo all’interno dei propri Piani nazionali integrati energia e clima (Pniec); anche quello italiano, nato già vecchio nel 2020, dovrà essere aggiornato entro giugno.
In base all'accordo provvisorio raggiunto oggi tra Consiglio e Parlamento europei, l' obbligo annuale di risparmio energetico quasi raddoppia: agli Stati membri sarà richiesto di ottenere ogni anno un risparmio medio dell'1,49% nei consumi finali di energia dal 2024 al 2030, rispetto all'attuale livello dello 0,8%.
Il comparto pubblico è quello chiamato a dare per l’esempio per primo: nell’accordo provvisorio è infatti stato concordato un obbligo specifico per il settore pubblico, che dovrà ottenere una riduzione annuale del consumo energetico dell'1,9% (un dato che può escludere i trasporti pubblici e le forze armate); al contempo, agli Stati membri è chiesto di riqualificare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà di enti pubblici.
Gli obiettivi di efficienza energetica dovranno inoltre essere raggiunti attraverso misure a livello locale, regionale e nazionale, in diversi settori, come pubblica amministrazione, edifici, imprese, data center, ecc.
«L'efficienza energetica è fondamentale per raggiungere la completa decarbonizzazione dell'economia dell'Ue e l'indipendenza dai combustibili fossili russi – commenta la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson – Può anche essere un importante motore per la competitività economica e rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento».
Tutti argomenti che, però, sembrano continuare ad avere più valore in Europa che non in Italia. Come ricordato ieri proprio dalla Simson, l'anno scorso in Ue le emissioni di CO2 sono infatti diminuite del 2,5%, mentre per l’Italia si stima – ancora un dato definitivo non c’è – un incremento pari allo 0,9-2% rispetto all’anno precedente, allontanando così ulteriormente il nostro Paese dal percorso di decarbonizzazione e per la sicurezza energetica intrapreso a livello europeo.
L'articolo Efficienza energetica, raggiunto in Ue un primo accordo sulla revisione della direttiva sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Avvistato UFO cilindrico vicino a Baghdad: essi si avvicinano

UFO fantasma di Baghdad

Il video mostra un oggetto volante non identificato (UFO) soprannominato “il fantasma di Baghdad” che si muove sullo schermo da sinistra a destra. Il filmato è stato acquisito da una termocamera su un drone Reaper dell’aeronautica americana (USAF) durante una missione in Iraq nel maggio 2022. UFO cilindrico – fantasma di Baghdad Secondo una fonte […]
The post Avvistato UFO cilindrico vicino a Baghdad: essi si avvicinano appeared first on Ufo e Alieni.

Fotovoltaico, ok della Conferenza paesaggistica alla variante urbanistica di Vicchio

Fotovoltaico Vicchio

Il Comune di Vicchio (FI) ha annunciato che la Conferenza paesaggistica, composta da Regione e Soprintendenza, ha dato parere positivo alla variante urbanistica adottata dal Comune di Vicchio che estende la possibilità d’installazione di impianti fotovoltaici e solari nel centro storico.
Il Comune spiega che «La variante al POC (Piano Operativo Comunale) punta ad ampliare la possibilità di installazione di impianti fotovoltaici e solari nelle aree urbanizzate, compreso il centro storico, con determinate caratteristiche e non visibili da spazi aperti (come piazze e viabilità pubbliche). In pratica, le modifiche consentiranno nuove installazioni - purché di adeguate tipologie, scelte cromatiche e di materiali, e previo parere dell’ufficio - garantendo la tutela paesaggistica».
Il sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa, ha commentato: «Sono molto soddisfatto. Adesso torniamo in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva e poi questa possibilità diventerà concreta. Abbiamo dato a Vicchio una direzione green. Incentiviamo il ricorso alle energie rinnovabili, anche nel centro storico, nel rispetto comunque della tutela del paesaggio e delle caratteristiche storico-architettoniche. E con ciò agevoliamo i cittadini, anche chi è interessato a far parte della Comunità Energetica. Partendo da questa nostra esperienza che può fare da apripista, mi metto e ci mettiamo a disposizione per portare un contributo sia nell’ambito di Anci Toscana sia in collaborazione con la Regione».
Il coordinatore della commissione Energia e Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze, Stefano Corsi, e quello della commissione area Mugello Valdisieve, Marco Moricci. Sottolineano: «Bene la variante urbanistica di Vicchio, ma adesso sulla localizzazione degli impianti fotovoltaici servono regole chiare per tutta la provincia. Il perfezionamento della variante urbanistica per impianti fotovoltaici nel centro storico della cittadina del Mugello è una notizia positiva sia per i suoi effetti diretti, visto che amplia le possibilità di installazione di impianti a fonti rinnovabili, sia perché manda un segnale di apertura e incentivo alla loro realizzazione. Inoltre, il fatto che la realizzazione all’interno del centro storico sia stata possibile grazie ad un confronto con Soprintendenza e Regione rappresenta un esempio di come gli enti locali possano procedere per superare certi vincoli anche in zone delicate».
Corsi e Moricci ricordano che «Rimane ancora - il vincolo dell’integrazione architettonica e del colore rosso dei pannelli, oltre ad altre limitazioni già presenti per le aree esterne ai centri storici. Determinate limitazioni sono molto penalizzanti per l’installazione di nuovi impianti e se il vincolo sul colore si traduce in un incremento di costo e riduzione della produzione di energia, quello dell’integrazione è ancora più critico perché rischia di rendere impossibile l’intervento per complicazioni burocratiche, strutturali, funzionali, economiche. Sarebbe opportuno valutare dove i vincoli sono veramente necessari in particolare quello di integrazione architettonica. Si dovrebbero individuare zone in cui limitare al massimo i vincoli realizzativi e altre, di maggior tutela, dove non consentire proprio la realizzazione, piuttosto che una situazione di compromesso. Sarebbe auspicabile monitorare l’efficacia della misura, verificando, in un arco temporale di 6-12 mesi, quanti impianti vengono realizzati in zone dove prima non erano consentiti».
L'articolo Fotovoltaico, ok della Conferenza paesaggistica alla variante urbanistica di Vicchio sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

In Europa è sempre più economico finanziare le fonti rinnovabili anziché quelle fossili

oxford finanziamento rinnovabili

Le rinnovabili non sono soltanto le fonti di energia più economiche, ma gli impianti necessari per catturarle sono anche i più convenienti da finanziare rispetto ai combustibili fossili, come mostra un nuovo rapporto pubblicato dall'Oxford sustainable finance group.
A livello globale, il costo del debito delle aziende produttrici di energia rinnovabile è del 6%, rispetto al 6,7% delle aziende produttrici di energia con combustibili fossili. Allo stesso modo, le utility che puntano sulle rinnovabili hanno un costo del capitale proprio (15,2%) inferiore a quelle che si affidano ai combustibili fossili (16,4%).
In Europa, in particolare, il divario del costo del capitale proprio tra le società elettriche a basse emissioni di carbonio e quelle con più alte emissioni di carbonio si è ampliato nel tempo. Ad esempio, a partire dal 2015 le aziende con una maggiore percentuale di energia solare ed eolica nel loro mix energetico hanno registrato una diminuzione del costo del capitale proprio dal 17% al 14%, mentre quelle con una percentuale inferiore hanno registrato una tendenza opposta.
Ciò suggerisce che gli investitori europei prevedono che i rischi di transizione insiti nei combustibili fossili aumenteranno presto: sia la lotta contro la crisi climatica sia quella per la sicurezza energetica, in accelerazione dopo l’invasione russa dell’Ucraina, spingono infatti a investire sulle fonti rinnovabili anziché su quelle fossili.
«Il costo del finanziamento – spiega Ben Caldecott, direttore dell'Oxford sustainable finance group – è uno dei principali fattori che determinano il costo totale delle diverse tecnologie energetiche e riflette i rischi che i mercati finanziari percepiscono, ad esempio la rapidità con cui il carbone potrebbe essere soppiantato dalle energie rinnovabili».
L'articolo In Europa è sempre più economico finanziare le fonti rinnovabili anziché quelle fossili sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Greenpeace: «Meloni smetta di rincorrere il gas israeliano»

Meloni smetta di rincorrere il gas israeliano

Ieri, partendo per Roma dopo aver incontrato il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, accompagnato fino all’aeroporto dalle proteste contro la legge truffa sulla giustizia che si prepara ad approvare, il premier israeliano  Benjamin Netanyahu, ha detto che «La nostra conversazione si è concentrata principalmente sui nostri sforzi congiunti per impedire all'Iran di ottenere armi nucleari». E poi ha aggiunto: «Percepisco un cambiamento nell'approccio all'Iran negli ultimi mesi, sia negli Stati Uniti che nei Paesi dell'Europa occidentale, e dell'Occidente in generale. Vedo la necessità e l'obbligo di cercare di rafforzare un approccio più assertivo con l'Iran. Certo, questo sarà al centro del mio incontro con il presidente del Consiglio italiano così come lo è stato del mio incontro con il presidente Macron. Intendo tenere colloqui simili con i principali leader europei nel prossimo futuro».
Ma come ricorda Greenpeace e come si apprende dai media israeliani e italiani «Tra i temi dell’incontro odierno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il premier israeliano Benjamin Netanyahu potrebbe esserci anche la collaborazione per la fornitura all’Italia di gas naturale: un combustibile fossile responsabile non solo della crisi climatica, ma anche di molti conflitti geopolitici».
E infatti, stamattina Netanyahu e il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso hanno dato il via al primo Forum economico  che ha visto la partecipazione di oltre 50 rappresentanti di aziende ed enti italiani con interessi in Israele.
Secondo D’Urso, «Italia e Israele possono dare una risposta congiunta alle nuove sfide globali poiché godono di relazioni bilaterali profonde e solide, costruite su basi di amicizia, con una condivisione di valori e una forte cooperazione scientifica, tecnologica e industriale. Il destino dell’Europa si gioca nel Mediterraneo e i nostri Paesi insieme possono indicare la strada da percorrere anche perché hanno sistemi economici e produttivi complementari, particolarmente congeniali per affrontare le nuove frontiere tecnologiche».
Poi il ministro italiano di Fratelli d’Italia ha confermato i peggiori timori di Greenpeace: «Possiamo fare di più insieme: nel cyber, nello spazio, nell'intelligenza artificiale e anche nella gestione dell'acqua (leggi dissalatori, ndr). L'esperienza di Israele può aiutarci a combattere il cambiamento climatico. L'Italia deve diventare il leader del gas in Europa. L'Italia è una grande potenza industriale, la più grande nella regione del Mediterraneo e seconda solo alla Germania in tutta Europa. Ora, di fronte a una sfida energetica crescente, l'Italia può fare un passo avanti e diventare il leader del gas in Europa».
Netanyahu ha confermato: «Israele e Italia lavoreranno per ampliare la cooperazione, anche nei settori del gas e dell'acqua. Israele può aiutare l'Italia in questo campo».
Secondo Simona Abbate, campaigner energia e clima di Greenpeace Italia, «La scelta di Meloni di includere il gas tra i temi dell’incontro con Netanyahu testimonia l’implacabile sete di gas del nostro governo che, con buona pace degli accordi di Parigi, continua a investire sulle fonti fossili e su infrastrutture pericolose per la pace e per il clima. Il gasdotto EastMed, che dovrebbe collegare Israele con l’Italia, fa comodo soltanto ai colossi del gas e del petrolio come ENI, che continuano a fare extra-profitti mentre le persone faticano a pagare le bollette. Il governo Italiano smetta di cercare altro gas e assecondare le lobby fossili che aggravano l’emergenza climatica per investire in rinnovabili ed efficienza energetica».
Greenpeace ricorda che «Esistono solo due possibilità per portare gas in Italia da Israele: tramite GNL, cioè nuovi rigassificatori, o attraverso la costruzione del gasdotto Eastmed, un progetto che minaccia il clima e rischia di scatenare nuovi conflitti, come denuncia un rapporto pubblicato pochi giorni fa da Greenpeace Italia. Il progetto prevede circa 1.900 chilometri di tubi sottomarini da Israele alla Grecia, a una profondità che in alcuni tratti arriverebbe a tremila metri, per poi collegarsi al tratto offshore del gasdotto Poseidon, lungo altri 210 chilometri, dalla Grecia fino a Otranto».
Basso, research campaigner climate for eace di Greenpeace Italia, conclude: «Attraversando aree marittime contese in una regione già segnata da forti tensioni e conflitti, il gasdotto EastMed aumenterebbe la militarizzazione del Mediterraneo orientale e il rischio di uno scontro armato, in netto contrasto con il principio europeo della promozione della pace. Il progetto EastMed causerebbe inoltre gravi danni alla biodiversità marina».
L'articolo Greenpeace: «Meloni smetta di rincorrere il gas israeliano» sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Sasso Pisano, da Enel 700mila euro per rendere più resiliente e digitale la rete elettrica

sasso pisano

Castelnuovo Val di Cecina è uno dei soli 6 Comuni (tutti toscani, tutti geotermici) targati da Legambiente come 100% rinnovabili nell’intera Italia centrale e del sud: qui le centrali geotermiche gestite da Enel green power producono non solo elettricità da fonte rinnovabile, ma alimentano anche la rete di teleriscaldamento locale.
Del resto a Castelnuovo la geotermia è di casa da sempre, come mostrano le terme etrusco-romane del Bagnone nella frazione di Sasso Pisano. Una vocazione all’uso sostenibile dell’energia che si rinnova continuamente, da ultimo con l’investimento annunciato oggi da Enel distribuzione – la società del gruppo Enel che gestisce la rete elettrica di media e bassa tensione – proprio nell’area di Sasso Pisano, dove i lavori inizieranno lunedì 13 marzo.
I tempi e le modalità dell’intervento sono stati condivisi con l’Amministrazione comunale, e comprendono sia il completo rinnovo di 4 cabine secondarie in un’ottica di digitalizzazione (per il telecontrollo e l’automatizzazione delle porzioni di reta elettrica sottese alle cabine stesse), sia la sostituzione di 5 km di conduttori con nuovo cavo elicord.
Le operazioni dovranno essere effettuate in orario giornaliero per ragioni di sicurezza e, a partire dalla prossima settimana, richiederanno alcune interruzioni temporanee del servizio elettrico; gli utenti verranno informati anche attraverso affissioni, con il dettaglio dei numeri civici coinvolti, nelle zone interessate.
Tali interventi si inseriscono in un più ampio progetto che prevede in totale investimenti da 700mila euro, per il potenziamento e la resilienza delle reti: con queste risorse E-Distribuzione realizzerà nell’abitato di Sasso una richiusura in anello, ovvero un sistema che collega trasversalmente più linee e che, in caso di disservizio a una di esse, isola automaticamente il tratto di rete danneggiato per erogare immediatamente elettricità dalle linee elettriche di riserva, cosiddette controalimentanti.
«Esprimo soddisfazione per questo importante intervento di E-Distribuzione – commenta il sindaco di Castelnuovo, Alberto Ferrini – perché in tal modo si renderà più efficiente il sistema di distribuzione elettrica nella frazione di Sasso Pisano. Il cospicuo investimento dell’azienda elettrica, che avviene a seguito di un operazione analoga già realizzata a Castelnuovo alcuni anni orsono, consentirà di ridurre sensibilmente disservizi ed eventuali problematiche e rappresenta  pertanto un risultato importantissimo per tutta i cittadini».
L'articolo Sasso Pisano, da Enel 700mila euro per rendere più resiliente e digitale la rete elettrica sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Friends of Florence e gli Angeli del bello insieme per la rigenerazione dei tabernacoli fiorentini

angeli del bello tabernacoli firenze

Grazie a una nuova donazione da 10mila euro, prosegue la collaborazione della fondazione Friends of Florence per permettere agli Angeli del Bello di Firenze di proseguire il progetto di pulizia e ripristino del decoro sul patrimonio di tabernacoli presenti a Firenze.
«A nome di Friends of Florence ringrazio la fondazione Angeli del bello onlus per gli sforzi e l’attenzione volti a mantenere e a proteggere l’integrità e il decoro della città – commenta la presidente della fondazione, Simonetta Brandolini d’Adda – Siamo loro riconoscenti per l’importante lavoro e il costante impegno profusi quotidianamente e siamo felici oltreché onorati di contribuire alla loro attività, sostenendo il progetto di mantenimento dei tabernacoli del quartiere di San Lorenzo».
Il gruppo dei Custodi del Bello, infatti, è impegnato nel preparare l’area di lavoro di uno o più tabernacoli che insistono in aree limitrofe, pulire i vetri dall’esterno ed il tabernacolo con cura e, dove necessario, rimuovere le scritte vandaliche dai muri contigui. Queste attività vengono svolte in virtù del Protocollo d’intesa in vigore con la Soprintendenza che permette alla Fondazione di intervenire su beni notificati. Inoltre, se i tabernacoli necessitano di manutenzioni straordinarie che vanno oltre l’opera di pulizia si procede alle segnalazioni al soggetto competente per ogni tabernacolo.
«Un altro bellissimo esempio di collaborazione tra gli Angeli ed una mirabile istituzione che da anni opera per Firenze. Auspicando che un progetto simile prosegua con continuità, anche per riuscire a fare una simile azione su tutto il territorio cittadino, ringrazio la fondazione Friends of Florence che condivide con noi la necessità e l’impegno di preservare Firenze come un dovere mondiale», aggiunge Giorgio Moretti, presidente della fondazione Angeli del bello di Firenze.
L'articolo Friends of Florence e gli Angeli del bello insieme per la rigenerazione dei tabernacoli fiorentini sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Liberiamoci dal fossile. Legambiente a Piombino per partecipare alla manifestazione nazionale

Hub del gas

«No all’Italia come hub del gas, sì a quello delle rinnovabili. Per accelerare la transizione energetica in Italia, non servono nuove infrastrutture a gas, ma occorre investire su più rinnovabili, efficienza, reti elettriche e accumuli, autoproduzione, impianti da fonti pulite necessari per traguardare l’orizzonte della decarbonizzazione al 2035. Ce lo impone da un lato la crisi climatica che sta accelerando il passo con impatti sempre più negativi sul Pianeta, ce lo chiede dall’altro lato l’Europa con il RePowerEu».   E’ il messaggio che Legambiente rilancia oggi al Governo Meloni alla vigilia della manifestazione nazionale in programma domani a Piombino, dove l’associazione sarà presente, indicando all’Esecutivo «La vera strategia energetica che serve al Paese e quattro azioni da mettere in campo per accelerare lo sviluppo delle fonti pulite, oggi ostacolate da burocrazia e da blocchi di amministrazioni locali e regionali, Sovrintendenze e comitati Nimby dei cittadini e Nimto degli eletti».
In particolare, per l’associazione ambientalista «Occorre potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando, che vengano aggiornate le linee guide sull’installazione delle rinnovabili rimaste ferme al DM del 2010 (allora non esisteva la tecnologia per l’eolico offshore e nemmeno l’agrivoltaico) pensando sia agli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 sia al modo migliore di integrarle nei territori; ma anche aggiornando e approvando il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima e quello di adattamento ai cambiamenti climatici, quest’ultimo in fase di consultazione pubblica».
Il Cigno Verde ricorda che «L’Italia è in forte ritardo nella diffusione delle rinnovabili, preferendo di gran lunga le fonti fossili come dimostrano i 41,8 miliardi di euro stanziati nel 2021 per questo settore. Ben 7,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente». Per questo Legambiente, insieme al suo coordinamento nazionale giovani, sarà domani a Piombino per far sentire la sua voce. Gli ambientalisti sottolineano che «A differenza del gas e delle altre fonti fossili, le energie rinnovabili, sole e vento, sono gratis. Per questo non sono più ammessi ritardi. Se in questi anni lo sviluppo delle FER (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l’anno), oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%».
Il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, denuncia che «Il paradosso dell’Italia è che continua a lavorare ed investire sulle fonti fossili molto più di quanto faccia sulle rinnovabili. L’Esecutivo Meloni, sulla scia dell’ex governo Draghi, con le politiche di diversificazione degli approvvigionamenti di gas fossile e il conseguente sviluppo di nuove infrastrutture nel Paese rischia di peggiorare la situazione. Per questo domani saremo in piazza a Piombino alla manifestazione di “Liberiamoci dal Fossile”. Il Governo Meloni abbia il coraggio di invertire la rotta: è urgente snellire e semplificare gli iter autorizzativi, a partire, dai nuovi progetti di eolico a terra e a mare, accelerare sulla realizzazione dei grandi impianti a fonti pulite, sull’agrivoltaico che produce elettricità come integrazione e non sostituzione della coltivazione agricola, su reti elettriche e accumuli, sulla diffusione delle comunità energetiche che usano localmente energia prodotta da fonte rinnovabile; senza dimenticare una seria politica di riqualificazione del patrimonio edilizio capace di rispondere con i fatti alle nuove Direttive europee. Questa è la rotta giusta per accelerare la transizione energetica ed ecologica del Paese».
Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, aggiunge: «Le nostre vertenze si nutrono sempre di una visione alternativa, di proposte concrete e praticabili. Aderire alla manifestazione nazionale liberiamoci dal fossile significa per noi confermare l'opzione verso un modello energetico decentrato, partecipato, pulito, basato sulle fonti rinnovabili e sul risparmio, da tutti i punti di vista. Circoli, attivisti e simpatizzanti di Legambiente Toscana sabato 11 marzo saranno tutti a Piombino!»
Per Legambiente il Paese sta andando a due velocità: «Da una parte c’è la corsa nella direzione sbagliata, verso le fonti fossili e in particolare verso nuovi rigassificatori, dall’altra quella a rilento delle rinnovabili e degli impianti da fonti pulite. Ad esempio, nel caso di Ravenna si stima la messa in funzione del nuovo rigassificatore nel 2024, basteranno dunque quattro mesi per autorizzare il rigassificatore che dovrebbe funzionare per ben 25 anni, tempistiche che non sono minimamente giustificabili attraverso il pretesto dell’emergenza. Dall’altra parte sono 4 anni che l’impianto eolico davanti alla costa romagnola è in attesa dell’autorizzazione. Un intervento su cui anche la Regione Emilia-Romagna s’era scatenata contro, prima che l’azienda rimodulasse il layout dell’impianto».
L'articolo Liberiamoci dal fossile. Legambiente a Piombino per partecipare alla manifestazione nazionale sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.