Ancona, tangenti in Regione: al geometra pagata la festa di laurea della figlia

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di Ferruccio Pinotti

Gare d’appalto truccate, rischio idraulico e dissesto idrogeologico dei fiumi e della loro vegetazione: in manette noti imprenditori locali e un funzionario degli uffici preposti: 8 gli arresti, 24 gli indagati. L’operazione dei carabinieri forestali

Persino la festa di laurea della figlia: la fantasia corruttiva non conosce limiti. La misura cautelare più pesante nell’inchiesta che ha toccato la Regione Marche è toccata ad Euro Lucidi, 63enne senigalliese, geometra in servizio all’ufficio di Pesaro dell’ex Genio Civile.
Il funzionario è finito in carcere: per la Procura sarebbe lui il principale destinatario dei benefit elargiti dagli imprenditori coinvolti. I carabinieri hanno conteggiato non solo soldi, ma anche utilità come appunto il pagamento di una festa di laurea, pranzi e cene al ristorante, legna da ardere e forniture di olio extravergine. Geometra, da anni in servizio alla Regione, Lucidi rispondeva al Servizio di tutela, gestione e assetto del territorio. Nel suo ruolo avrebbe favorito notissimi imprenditori locali, alcuni dei quali anche con un passato politico di rilievo.

Gare d’appalto truccate

Le tangenti sarebbero state versate per pilotare gare di appalto pubbliche e affidare i lavori ad imprese amiche per interventi lungo i fiumi marchigiani mirati alla manutenzione idraulica con il relativo taglio della vegetazione per ricavarne biomasse combustibili. Le avrebbe ricevute il funzionario della Regione, e non solo, mettendo in piedi un giro corruttivo a cui sono arrivati i carabinieri forestali di Ancona in meno di un anno. Ieri mattina, all’alba, l’apice dell’operazione che ha portato ad 8 arresti e ad un totale di 24 persone indagate accusate a vario tutolo di corruzione, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni della Regione Marche, falso e rivelazione di segreto di ufficio commessi da pubblico ufficiale.

I nomi coinvolti

In carcere è finito il citato Euro Lucidi, 63 anni, di Senigallia, funzionario tecnico specialista nel settore della tutela del territorio e gestione del patrimonio della Regione. Lavorava negli uffici regionali di Pesaro, all’ex Genio civile. Sette invece le persone finite agli arresti domiciliari, tutti imprenditori. Si tratta dei noti imprenditori e fratelli Marco (53 anni), Giacomo (51 anni) e Simone (47 anni) Mariotti, della Mariotti Costruzioni. Sono di Arcevia, uno risiede a Senigallia. Agli arresti domiciliari anche Enrico Cesaroni, 68 anni, di Staffolo ma residente a Castelbellino, imprenditore della Vallesina, nel settore agricolo, taglio legna, coltivazioni, ed ex consigliere regionale di Forza Italia. In passato fu coinvolto anche in una inchiesta sul Biogas ma poi fu assolto. E ancora i fratelli Matteo (49 anni) e Stefano Rozzi (59 anni), ascolani, nelle vesti di amministratore unico e direttore tecnico, nonché comproprietari, della Due Zeta Costruzioni. Ai domiciliari anche Agostino Angeli, 78 anni, imprenditore della provincia di Arezzo. L’ordinanza per le 8 misure cautelari è stata emessa dal gip Sonia Piermartini su richiesta del pubblico ministero Andrea Laurino, che ne aveva avanzate di più e che ha coordinato le indagini dei militari.

Rischio idraulico e dissesto idrogeologico dei fiumi marchigiani

L’inchiesta è stata aperta nel 2021 dopo una serie di attività investigative condotte dai carabinieri forestali di Ancona e Ascoli Piceno. Alcuni interventi sui fiumi (tra cui Misa ed Esino) erano risultati in contrasto al rischio idraulico e al dissesto idrogeologico. La vegetazione era risultata troppo tagliata in spregio alle normative paesaggistiche ed ambientali. Gli interventi, stando anche ad un consulente nominato dalla Procura, avrebbero pregiudicato la salubrità degli ecosistemi fluviali al solo fine di ricavarne i massimi profitti della commercializzazione del legno. Per la Procura si sarebbe creato un sistema consolidato di «favori e tangenti, orientato a condizionare gli esiti delle gare di affidamento dei lavori lungo i fiumi marchigiani da parte della Regione». Si ipotizzano turbative e corruzione in almeno 5 lavori pubblici appaltati dalla Regione Marche: 2 in provincia di Ancona, 2 in quella di Pesaro Urbino, uno in provincia di Ascoli Piceno per un importo complessivo superiore a 1,2 milioni di euro.

L’ospedale demolito e altre opere pubbliche

I domiciliari sono stati anche disposti per l’imprenditore di Castelbellino Enrico Cesaroni, 67 anni.
Ex consigliere provinciale e regionale (tra il 2005 e il 2010) eletto con Forza Italia, in passato è stato toccato dall’inchiesta «Green Profit» su presunti illeciti relativi agli impianti di biogas nella quale l’imprenditore è stato assolto perché il fatto non sussiste. Nell’inchiesta «Mystic River», condotta dai carabinieri forestali, per la procura Cesaroni avrebbe fornito regalie (forniture di legna ottenute dalla ditta di cui è titolare un familiare) al funzionario regionale per ottenere poi lavori. Un’ipotesi che, ovviamente, dovrà essere provata. Cesaroni, un ex politico molto conosciuto soprattutto in Vallesina, potrà provare a discolparsi già nell’interrogatorio di garanzia, previsto entro 5 giorni dall’arresto, ma non ancora fissato dal gip Piermartini. Ai domiciliari anche Matteo e Stefano Rozzi, della impresa edile Due Zeta Costruzioni, con sede ad Ascoli Piceno. Sono difesi dall’avvocato ascolano Mauro Gionni. Recluso in casa anche l’imprenditore Agostino Angeli, titolare di una piccola impresa edile con sede in provincia di Arezzo. Oltre ai sette imprenditori colpiti da misure cautelari, ce ne sono altri tre che sono stati indagati a piede libero.

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