Amianto, il giorno delle sentenze! Si è fatta davvero giustizia sull’Eternit?
Il tempo, per chi ha respirato amianto, non guarisce. Anzi, spesso diventa alleato della malattia. Lo sanno bene i familiari delle 92 vittime riconosciute dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel processo Eternit bis, che giovedì 17 aprile ha visto il proprietario della multinazionale Eternit, Stephan Schmidheiny, condannato 9 anni e 6 mesi per omicidio...
Dal processo Eternit, che ha visto la condanna di Stephan Schmidheiny per la morte di decine di lavoratori esposti all’asbesto, ai risarcimenti ottenuti dai militari della Marina, vittime anch’essi di questo killer silenzioso. La battaglia per la verità e la giustizia continuano fra sentenze che si fanno attendere e un dolore che resta incancellabile
Il tempo, per chi ha respirato amianto, non guarisce. Anzi, spesso diventa alleato della malattia. Lo sanno bene i familiari delle 92 vittime riconosciute dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel processo Eternit bis, che giovedì 17 aprile ha visto il proprietario della multinazionale Eternit, Stephan Schmidheiny, condannato 9 anni e 6 mesi per omicidio colposo. Una condanna sì, ma più leggera dei 12 anni inflitti in primo grado. Più leggera anche rispetto al peso della morte di 392 persone a Casale Monferrato, tutte accomunate da un nemico invisibile: il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto nello stabilimento Eternit, chiuso nel 1986, e nelle aree residenziali limitrofe.
Eternit bis: tra attese, condanne e prescrizioni
La sentenza arriva al termine di un processo lungo e
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