
Buona parte delle ‘mani dipinte’ nelle grotte preistoriche erano di bambini
In alcuni casi sono state scoperte le impronte di mani di bambini di meno di due anni. Per i ricercatori potrebbero rappresentare un linguaggio non verbale. 25.000 anni fa, i gruppi umani che occupavano le grotte in tutto il sud-ovest dell’Europa hanno lasciato le sagome delle loro mani impresse sulle pareti rocciose. Con quale intenzione […]
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In alcuni casi sono state scoperte le impronte di mani di bambini di meno di due anni. Per i ricercatori potrebbero rappresentare un linguaggio non verbale.
25.000 anni fa, i gruppi umani che occupavano le grotte in tutto il sud-ovest dell’Europa hanno lasciato le sagome delle loro mani impresse sulle pareti rocciose. Con quale intenzione abbiano realizzato quei disegni non è ancora del tutto chiaro. In tanti credono che si tratti di rappresentazioni in cerimonie di iniziazione, forse per trasmettere un qualche tipo di conoscenza. Molti di questi antichi artisti erano bambini, alcuni con un età inferiore ai due anni. A renderlo noto è una ricerca dell’Istituto internazionale di ricerca preistorica della Cantabria (IIIPC) e dell’Università di Cambridge he ha studiato a fondo le rappresentazioni delle mani del periodo gravettiano nelle grotte cantabriche di Fuente de Salín, Castillo e La Garma, così come in quelli di Maltravieso, in Estremadura, e Fuente del Trucho, a Huesca. Come descritto nella pubblicazione, pubblicata sul ‘Journal of Archaeological Science’ , tra il 20% e il 25% delle mani sono state realizzate da bambini fino
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