
Così la peste suina minaccia il prosciutto di Parma: «Bisogna abbattere i cinghiali»
In Emilia-Romagna si contano 150 casi di ritrovamenti di carcasse di cinghiali infetti dal morbo
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La peste suina mette in pericolo il prosciutto di Parma. Il virus che dal 7 gennaio 2022 ha fatto scattare l’allarme nel comparto non riguarda la salute dell’uomo. Ma quella del comparto commerciale sì. In Emilia-Romagna si contano 150 casi di ritrovamenti di carcasse di cinghiali infetti dal morbo. E l’Unione Europea ha pubblicato un regolamento che amplia le zone di restrizione. Mentre i titolari degli allevamenti finiscono indagati per aver nascosto il morbo. «Siamo chiari. Quello che sta succedendo va trattato come un’emergenza, altrimenti non ne usciamo», dice a Repubblica il direttore del Consorzio Prosciutto di Parma Stefano Fanti.
Export bloccato
Attualmente 15 stabilimenti che producono prosciutto di Parma non potranno più esportare in Canada. Anche Cina, Giappone e Messico
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