Rosmarino: prepara l’oleolito con la ricetta di mia nonna
Oleolito di Rosmarino: la ricetta di mia nonna
In un articolo precedente, abbiamo parlato del rosmarino, delle sue proprietà, della storia, della cura della pianta e degli usi in cucina. Conosciamo tutte il suo profumo inebriante, ma per sfruttare ulteriormente i suoi benefici, mia nonna preparava anche l’oleolito.
“Attenzione”, mi diceva, “non confonderlo con l’olio di rosmarino!”, per quest’ultimo, infatti, non dobbiamo fare altro che scaldare a bagnomaria dell’olio extravergine d’oliva, inserire gli aghi freschi, trasferire il liquido senza filtrarlo in una bottiglia una volta freddo e utilizzarlo nelle nostre ricette per un aroma intenso.
L’oleolito, invece, prevede l’utilizzo delle sommità fiorite del rosmarino (il rametto va tagliato di circa 10 cm), un tempo di riposo maggiore, ma soprattutto ha una funzione diversa e un uso esterno. Per ottenerlo, le lasciava macerare in olio extravergine d’oliva, per 40 giorni al buio, fino ad ottenere un prodotto denso e corposo. A quel punto lo riponeva nel suo armadietto dei medicamenti, etichettato di tutto punto, per riconoscerlo.
Mi spiegava che era la sua manna dal cielo quando soffriva di dolori articolari e muscolari, e che era portentoso contro il torcicollo. Ma non solo, se ne serviva per contrastare gli spasimi e le contratture. Stendeva un velo
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