La moda si innova e diventa più green (ma i livelli di produzione restano insostenibili)

Sono ancora troppi i danni ambientali provocati dall’industria della moda, nonostante le azioni intraprese per migliorare la sostenibilità nella progettazione e nella produzione e aumentando la quantità di indumenti riutilizzati e riciclati. Lo rivela WRAP, un’organizzazione no-profit attiva in tutto il mondo per contrastare la crisi climatica e tutelare l’ambiente: i ritmi forsennati della produzione...

Un nuovo report dimostra come le innovazioni tecnologiche non sono sufficienti a frenare i danni che la fast fashion infligge all’ambiente

@dmitrimaruta/123rf

Sono ancora troppi i danni ambientali provocati dall’industria della moda, nonostante le azioni intraprese per migliorare la sostenibilità nella progettazione e nella produzione e aumentando la quantità di indumenti riutilizzati e riciclati.

Lo rivela WRAP, un’organizzazione no-profit attiva in tutto il mondo per contrastare la crisi climatica e tutelare l’ambiente: i ritmi forsennati della produzione di nuovi capi d’abbigliamento vanificano i miglioramenti fatti in nome dell’ambiente.

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Il report

Nel rapporto annuale sui progressi fatti nel settore tessile, pubblicato nei giorni scorsi, WRAP fa il punto sui passi compiuti dai diversi brand di moda in materia di sostenibilità ambientale, riduzione delle emissioni inquinanti e dello spreco di risorse.

I dati raccolti sono incoraggianti: molti brand hanno volontariamente ridotto l’impatto del carbonio dei prodotti tessili negli ultimi quattro anni (2019 e il 2022).

Da ASOS ad ASDA, da


Leggi tutto: https://www.greenme.it/lifestyle/danni-fast-fashion/


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