A sud del Sahara. L’Unione europea rischia di perdere un’occasione
In questi giorni, l’Africa a sud del Sahara è affollata di visite importanti: il papa, i ministri degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese e della Federazione Russa, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, per non citare alcune delle personalità di maggior prestigio. L’Unione europea (Ue) pare assente. O quasi. Anche se nel Sahel ed in Africa Centrale, truppe di Stati europei collaborano con gli eserciti di Stati Africani contro l’estremismo ed il terrorismo islamico.
È importante fare una riflessione che si distingua da quelle, peraltro piuttosto banali, che appaiono in questi giorni e che associano i rapporti dell’Africa a sud del Sahara con Cina e Russia a un risorgere dell’anti-colonialismo.
Credo di conoscere bene l’Africa a sud del Sahara a ragione degli anni lavorati in Banca mondiale, prima, e alla Fao, poi. Ho anche avuto una residenza secondaria a Nairobi per buona parte degli anni Settanta del secolo scorso. Il Presidente della Banca africana per lo sviluppo mi chiese di dirigere il team incaricato di riorganizzare l’istituto, incarico che mi portò, per un certo periodo, a
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