Le ragioni per cui in Italia c’è (ancora) una grave carenza di farmaci

Fra i motivi delle difficoltà l'effetto incrociato di Covid e influenza, i problemi di approvvigionamento di principi attivi e materiali per il confezionamento e l'aumento dei costi della logistica

Ne avevamo parlato a novembre, raccontando di oltre 3mila farmaci introvabili o segnati da fortissima carenza di disponibilità. Il quadro, complice anche l’ingresso nel cuore della stagione invernale caratterizzata da epidemie di malattie respiratorie, non è cambiato. Anzi. Se è vero che per la metà non si tratta di nulla di nuovo, cioè di un ritiro dal commercio di alcuni farmaci, per l’altra metà siamo invece di fronte a un’effettiva penuria di scorte e approvvigionamenti. Dovuta a una serie di cause. I dati dell’Agenzia italiana del farmaco spiegano che al 3 gennaio 2023 il totale dei prodotti coinvolti si attestava a 3.198, una sessantina di farmaci in più rispetto al rapporto di dicembre (in cui era 3.132).

Quali siano i farmaci più colpiti lo avevamo visto qui. Si va da varie tipologie degli antibiotici amoxicillina o dell’Augmentin, e poi Betadine, Caspofungin, Eporatio, Fluoxeren, Influmed, Meropur, perfino prodotti notissimi come Aspirina, Nurofen, Tachidol, Tachipirina, Plasil, Neo Borocillina e Gaviscon. Formati e formulazioni diverse sono colpiti in modo differenziato ma c’è di tutto: dai già visti antibiotici agli antipiretici come il paracetamolo e


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