La Farnesina blocca la nomina di Di Maio per la poltrona Ue. Tajani: “Lo voleva Draghi, non noi”

Il retroscena pubblicato ieri dal Foglio è succoso. Il governo Meloni, e la Farnesina in particolare, si starebbe adoperando per bloccare la nomina di Luigi Di Maio come delegato della Ue alla gestione dei rapporti su gas ed energia con i Paesi del golfo Persico. Un “lascito” del precedente governo, una sorta di cambiale politica […] L'articolo La Farnesina blocca la nomina di Di Maio per la poltrona Ue. Tajani: “Lo voleva Draghi, non noi” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.

Il retroscena pubblicato ieri dal Foglio è succoso. Il governo Meloni, e la Farnesina in particolare, si starebbe adoperando per bloccare la nomina di Luigi Di Maio come delegato della Ue alla gestione dei rapporti su gas ed energia con i Paesi del golfo Persico. Un “lascito” del precedente governo, una sorta di cambiale politica da pagare a Di Maio per aver spaccato (con esiti disastrosi, per la verità) il M5S sulla fedeltà al governo Draghi. E Marione, in persona, si sarebbe speso per il risarcimento politico all’ex ministro degli Esteri. “Niente di personale, ma Luigi Di Maio non è la proposta del nostro governo, ma di quello precedente”, starebbe ripetendo da giorni Antonio Tajani  a Bruxelles dove si prenderà la decisione.

Di Maio e la nomina alla Ue, i dubbi del governo Meloni

Secondo il Foglio, il ministro degli Esteri Tajani si starebbe dando molto da fare per bloccare la nomina del suo predecessore alla Farnesina, a parole e con i fatti. “Oltre alle dichiarazioni però c’è un lavorìo sotterraneo che sta andando avanti per fare in modo che l’ex capo del M5s salti. Il meccanismo, molto complesso, è pronto a mettersi in moto fra pochi giorni. E la posizione contraria di Tajani pone il governo Meloni davanti a un bivio: è meglio che l’Italia abbia un proprio rappresentante in un angolo del mondo strategico per la questione energetica purchessia oppure è meglio puntare su un uomo di un altro paese?”.

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Alla fine la decisione spetterà a Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la sicurezza, che dovrà presentare la sua “raccomandazione” agli Stati membri. Soltanto se i paesi la sosterranno, all’unanimità, il Consiglio adotterà formalmente la decisione. Ma se il veto dovesse arrivare dall’Italia


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