COP27, la crisi climatica è una questione di genere; sulle donne si abbattono le conseguenze più atroci
Il vertice Sharm El-Sheikh entra nel vivo della sua seconda settimana. Oggi è la giornata dedicata all’acqua e alle donne
Da un lato un desolante panorama, che va dalla devastante siccità in Somalia alle inondazioni mortali in Pakistan, dall’altro i diritti (calpestati) delle donne. Dopo la pausa domenicale, inizia la seconda settimana di lavori della COP27, con un focus sui temi di Genere e Acqua.
Oltre ai negoziati formali, infatti, i padroni di casa egiziani hanno organizzato una serie di “giornate tematiche”, durante le quali si svolgono discussioni su questioni fondamentali per la crisi climatica ma che esulano dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il trattato del 1992 sotto cui si sta svolgendo la 27esima conferenza.
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L’acqua è particolarmente preoccupante per il Paese ospitante, dal momento che il Nilo è ancora la spina dorsale della sua economia, dell’agricoltura e della stessa cultura egiziana. Ma come la mettiamo, qui, con i diritti delle donne? Anche il genere femminile, infatti, oggi
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