
Gli iraniani vogliono cambiare regime. E Biden? La riflessione di Cristiano
Le affermazioni di Robert Malley, rappresentante speciale degli Stati Uniti d’America per l’Iran, sono datate ormai, ma restano di particolare rilevanza. A suo avviso il popolo iraniano sta chiedendo al regime di rispettarlo. Sono passati giorni da quando le sue parole hanno scatenato un putiferio su Twitter, anche comprensibilmente, perché è di tutta evidenza che […]
Le affermazioni di Robert Malley, rappresentante speciale degli Stati Uniti d’America per l’Iran, sono datate ormai, ma restano di particolare rilevanza. A suo avviso il popolo iraniano sta chiedendo al regime di rispettarlo. Sono passati giorni da quando le sue parole hanno scatenato un putiferio su Twitter, anche comprensibilmente, perché è di tutta evidenza che quello che le piazze iraniane stanno chiedendo è un cambio di regime, la fine della teocrazia e della brutalità.
Tanta dolcezza, col regime, se così vogliamo dire, ricorda da vicino quella mostrata da Donald Trump, dal capo opposto della barricata americana, nei confronti dei sauditi. L’ex presidente, e aspirante futuro inquilino della Casa Bianca, ha infatti ospitato sui suoi impianti privati, Trump National Doral Miami, la fase finale del torneo di golf LIV, organizzato tramite il proprio fondo sovrano proprio dal regime saudita. Per l’iniziativa saudita, ospite per la seconda volta di Trump, si tratta di un risultato importante, visto che compete per diventare la principale manifestazione mondiale nel campo del golfo, sebbene per ora solo maschile visto che non vi concorrono donne.
Se nel primo caso contro Malley si sono levate le voci di tanti iraniani nel mondo, contro Trump si è levata la voce dell’associazione delle vittime dell’11 settembre.
Tra questi due estremi c’è un dato disarmante: come il conflitto tra i due grandi contendenti mediorientali stia governando la politica americana, anziché il contrario.
Joe Biden, infuriato con i sauditi per aver convenuto con Mosca la riduzione di produzione petrolifera da parte dell’Opec+, confida nel greggio iraniano per turare la falla e quindi calmierare il prezzo. Sarà un caso, ma il taglio è di un milione e mezzo di barili al giorno e l’Iran potrebbe inserire sul mercato globale
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