
Pasta: le 3 cose a cui devi fare attenzione per sapere se è 100% grano italiano (e sfidare le “furberie” da supermercato)
Sei tra quel 78% di consumatori che considera il “100% Grano Italiano” una garanzia di qualità? Ottimo, ma attenzione: il “Made in Italy” e il “100% italiano” non sono affatto la stessa cosa. Grazie ai decreti ministeriali che impongono la trasparenza, oggi hai gli strumenti per decifrare l’etichetta e smascherare i prodotti che nascondono grano...
Sei tra quel 78% di consumatori che considera il “100% Grano Italiano” una garanzia di qualità? Ottimo, ma attenzione: il “Made in Italy” e il “100% italiano” non sono affatto la stessa cosa. Grazie ai decreti ministeriali che impongono la trasparenza, oggi hai gli strumenti per decifrare l’etichetta e smascherare i prodotti che nascondono grano estero, magari dietro un packaging palesemente tricolore.
Perché non basta la dicitura “made in Italy”
Per la legge, un prodotto è “Made in Italy” se l’ultima trasformazione sostanziale (la pastificazione) avviene sul nostro territorio. Questo significa che una pasta prodotta in Italia con grano canadese o australiano è legalmente un prodotto italiano.
È qui che scatta l’allarme: negli anni, l’Antitrust (AGCM) ha sanzionato diversi colossi (anche con multe milionarie, ad esempio a marchi come Lidl/Combino) per aver utilizzato packaging troppo evocativi dell’Italia, ingenerando nel consumatore la falsa convinzione che anche la materia prima fosse nazionale.
I 3 dati che non mentono mai (e dove trovarli)
Il tuo super-potere è sul retro della confezione. Le diciture obbligatorie, purtroppo spesso scritte in caratteri piccoli, sono l’unico
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