
Centrali idroelettriche trasformate in miniere digitali: il modello Alps Blockchain tra calcolo e sostenibilità
Negli ultimi anni, il consumo energetico legato al mining di criptovalute è finito sotto accusa per il suo impatto ambientale. Eppure, c’è chi ha deciso di affrontare il problema alla radice, provando a trasformare un punto debole in un’opportunità. È il caso di Alps Blockchain, startup trentina che ha costruito un modello ibrido in cui...
La startup italiana utilizza energia rinnovabile per il mining di bitcoin, beneficiando di 145 milioni di euro di investimenti e una presenza in 5 Paesi
8 Luglio 2025
@Canva
Negli ultimi anni, il consumo energetico legato al mining di criptovalute è finito sotto accusa per il suo impatto ambientale. Eppure, c’è chi ha deciso di affrontare il problema alla radice, provando a trasformare un punto debole in un’opportunità. È il caso di Alps Blockchain, startup trentina che ha costruito un modello ibrido in cui la potenza di calcolo necessaria per minare Bitcoin si alimenta grazie all’energia rinnovabile, in particolare quella idroelettrica.
Fondata nel 2018 da due ex compagni di liceo, Francesco Buffa e Francesca Failoni, Alps Blockchain ha iniziato convertendo piccole centrali idroelettriche in difficoltà in nodi produttivi per la blockchain. Un’idea semplice ma efficace: “Siamo stati pionieri di un nuovo approccio: rivitalizzare le centrali idroelettriche storiche italiane installando al loro interno delle mining farm”, ha spiegato Buffa in un’intervista rilasciata al Corriere
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