
Bōtaoshi: il rubabandiera giapponese tanto spettacolare quanto violento (di cui oggi faremmo volentieri a meno)
Il bōtaoshi (letteralmente “far cadere il palo”) è un tradizionale gioco di squadra giapponese simile al rubabandiera, noto per la sua spettacolarità ma anche per la sua estrema violenza. Nato probabilmente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è oggi praticato quasi esclusivamente nell’ambito dell’Accademia militare nazionale e alla Kaisei Gakuen, una...
Il bōtaoshi è un gioco estremo che resiste in Giappone in alcuni contesti nonostante sia molto violento e provochi un numero elevato di infortuni: somiglia al nostro rubabandiera
@Abasaa/Wikipedia
Il bōtaoshi (letteralmente “far cadere il palo”) è un tradizionale gioco di squadra giapponese simile al rubabandiera, noto per la sua spettacolarità ma anche per la sua estrema violenza. Nato probabilmente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è oggi praticato quasi esclusivamente nell’ambito dell’Accademia militare nazionale e alla Kaisei Gakuen, una prestigiosa scuola superiore privata.
Durante il bōtaoshi, due squadre composte da 150 giocatori ciascuna, si dividono tra attaccanti e difensori con un obiettivo molto semplice: abbattere il palo della squadra avversaria, mantenendo eretto il proprio. Le partite sono frenetiche e durano soltanto 90 secondi, ma sono spesso teatro di mischie caotiche, spinte violente e cadute spettacolari.
Il campo vede due veri e propri assalti simultanei. Gli attaccanti cercano di travolgere la difesa e abbattere il palo piegandolo di almeno 30 gradi, mentre i difensori organizzano barriere umane e schierano giocatori in posizioni strategiche
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