
Fotovoltaico, gli scienziati sviluppano celle in perovskite 10 volte più durature utilizzando ossido di alluminio
Uno studio dell’Università del Surrey, pubblicato sulla Royal Society of Chemistry, ha dimostrato che l’uso di nanoparticelle di allumina nelle celle solari in perovskite ne aumenta la stabilità di dieci volte. Queste particelle impediscono la fuoriuscita di iodio, principale causa di degrado, migliorando la durata e le prestazioni dei dispositivi.
Celle in perovskite più performanti e fino a 10 volte più durature.
A dirlo è uno studio realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università britannica del Surrey, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Royal Society of Chemistry.
Le celle realizzate in perovskite stanno guadagnando sempre più terreno rispetto alle tradizionali in silicio. Studi recenti ne hanno confermato l’efficienza record al 31%. Inoltre sono molto sottili, assorbono meglio la luce e hanno costi più bassi. Tuttavia, la loro stabilità a lungo termine è rimasta una sfida significativa, limitandone la commerciabilità.
Durabilità delle celle in perovskite
Sebbene le celle in perovskite offrano un’elevata efficienza e costi di produzione inferiori rispetto alle celle solari al silicio, presentano un difetto
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