Airbag come pugni in faccia: nuovi test valutano danni al cervello

Nuove valutazioni sul rischio di danni cerebrali entrano nei protocolli di crash test e definiscono come cambieranno gli airbag nei veicoli

Fin dall’esordio, l’airbag in auto è stato temuto a torto o a ragione, più che apprezzato per la sua funzione: impedire collisioni della testa degli occupanti contro parti dell’abitacolo. Negli anni il funzionamento degli airbag è migliorato sempre di più, fino a disporre di un’unità di controllo, che è capace di stabilire quanto si deve gonfiare l’airbag in base all’entità dell’impatto. Gli airbag attuali quindi sono molto più efficienti rispetto a quelli introdotti per la prima volta su larga scala nel 1980. Ma l’innovazione non si ferma e infatti l’Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) ha annunciato che i futuri crash test guarderanno anche al rischio di lesioni cerebrali dovute a movimenti rotazionali della testa in seguito al contatto con l’airbag. Nei prossimi paragrafi approfondiremo questa nuova frontiera che aiuterà anche ad avere più fiducia negli airbag.

RISCHIO DI LESIONI CEREBRALI NELLE VALUTAZIONI DELLA SICUREZZA

Fino a qualche tempo fa, le valutazioni della sicurezza dei veicoli si sono concentrate principalmente sugli impatti lineari, utilizzando metriche consolidate come l’Head Injury Criterion (HIC) per misurare il rischio di fratture al cranio.


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